Due giorni fa, afflitta da una noia mortale,
mi son ritrovata a stilare una bizzarra lista sulle cose che più detesto. Ho
creduto all’illusione che, mettendo nero su bianco, ogni elemento o situazione
trascritta diventasse, a beneficio del mio sistema nervoso, più tollerabile.
E
così, scorrendo quell’improbabile elenco, ciò che mi ha causato un’astiosa
acidità di stomaco è il celeberrimo cambio
di stagione, posizionato a metà strada fra un deprecabile maschio che
durante il sesso indossa ancora i calzini ed i penosi clown del circo.
Inutile dire
che più i miei occhi si soffermavano a leggere quella scritta e più quelle
parole si trasformavano in una gigantesca e pacchiana insegna in stile Las
Vegas.
Non
so voi, ma questo rito che si rinnova due volte l’anno, personalmente, mi manda
letteralmente in crisi, regalandomi uno stato di malessere ed insofferenza da
difficile scrollatura. Inoltre, le attuali temperature meteo, tipiche di
un’estate mai finita, non agevolano affatto i miei buoni propositi che
quotidianamente procrastino.
Non ho la fortuna di possedere uno di quei
meravigliosi armadi-quattro-stagioni,
dove in un colpo solo ti ritrovi in mezzo ad un guardaroba perfettamente
allineato ed organizzato in base alla stagione in corso. Certo, nel mio caso
sarebbe più opportuno adibire a cabina armadio un’intera stanza, vista la
svariata gamma di outfit ed accessori
che mi gravitano attorno e per i quali, spesso e volentieri, m’ingegno in
stravaganti incastri e posizionamenti. Diciamo pure che gli anni trascorsi a
giocare a Tetris hanno finalmente trovato una loro ragione d’essere.
Osservo
quelle scatole e quei capi tutti cellophanati e vengo colta da un moto di
sconforto. E’ in momenti come questi che sogno di essere Samantha, la
protagonista di Vita da Strega. Ve la
ricordate? Ah, io l’adoravo! Le bastava storcere il naso un po’ a destra ed un po’ a sinistra per far
sì che ogni cosa fosse magicamente in
ordine ed al suo posto. C’ho provato, eh! Ma col tempo le uniche cose che mi
provocano arricciature da naso sono la polvere...e le donne con la borsa da
elettricista, griffata Pollini.
Ammetto
di averne pensate di tutti i colori pur di evitare il cambio stagionale:
dall’ingaggiare qualcuno che si sorbisse questo fastidioso stress al posto mio
sino ad adottare ogni sorta di consiglio e suggerimento, reperito sul web,
affinché la sana rivoluzione nel guardaroba non sia fortemente destabilizzante
per la mia già provata psiche. Nel primo caso, ho abbandonato l’idea dopo sette
secondi, in cui la mia mente è stata attraversata da visioni profetiche
riguardanti la poco piacevole sensazione di mani estranee tra le mie cose,
nonché l’idea di diventare una vittima prediletta di qualche maniaco
dell’ordine. No, grazie. La seconda
ipotesi è stata decisamente più proficua, soprattutto perché mi ha permesso di
allungare i tempi di rinvio ed eludere così il mio preponderante istinto di
gettare tutto a casaccio sia nell’armadio che nei cassetti al grido "chi s’è visto, s’è visto"!
Pertanto,
sulla base del concetto tanto-prima-o-poi-te-tocca,
ho contato sino a dieci (va beh, erano venti) ed ho dato inizio alle procedure
per il cambio di stagione, trasformando in pochi minuti la mia stanza in un tale
groviglio confusionale, costituito da indumenti, scatoloni, stampelle, scarpe,
che a confronto l’uragano Katrina sarebbe stato declassato a vento di scirocco.
Tuttavia,
uno degli aspetti più positivi (ebbene
sì, esiste!) del marasma, che si viene a creare, è l’essere sola. Infatti, in un momento così
delicato, nessun rompiscatole deve trovarsi nei paraggi, poiché anche la
semplice presenza potrebbe incrementare stress e nervosismo. In questo, bisogna
ammettere che la categoria delle madri e quella dei propri uomini si contendono
ad armi pari la palma per chi scassa più zebedei. Ricordate, miei cari lettori:
la prima e fondamentale regola per non lasciarsi sopraffare da una crisi
isterica durante le operazioni di cambio stagione consiste proprio
nell’effettuarlo nella più completa solitudine. Acquistate biglietti per il
cinema, organizzate una visita guidata presso gli spogliatoi della squadra del
cuore oppure richiedete la partecipazione di vostra madre a "La prova del cuoco": tutto è lecito,
purché non gravitino all’interno del vostro raggio d’azione.
La
fase successiva consiste nel rendere concretamente tangibile l’ordine mentale
che mi son costruita, osservando quella massa informe di roba sul letto e
suddividendola per tipologia di indumento. Confesso di aver nuovamente tentato
con l’arricciatura del naso e sperato in una piccola manifestazione magica, ma
il risultato è stato piuttosto deludente. Ecco, un altro buon motivo per non
avere nessuno attorno: questi attimi di lucida follia rimarranno intimamente
segreti fra voi ed il caos circoscritto in quelle quattro mura.
Una
volta terminata questa difficile prova, si può anche presumere che il
precedente disordine stia lentamente scomparendo a favore di pile di indumenti
perfettamente sistemate, contribuendo pertanto al miglioramento progressivo del
proprio umore e della propria salute mentale.
Finalmente potrò
godermi la tisana rilassante e concedermi anche lo sfizio di aggiungere qua e
là un paio di sacchetti profumati che fa molto casalinga anni cinquanta.
Sì,
sono decisamente pronta. Posso farcela! Ora basta fantasticare, da domani s’inizia
con il cambio di stagione.
Forse...
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