30 dic 2014

Armadi sull’orlo di una crisi di nervi...

Due giorni fa, afflitta da una noia mortale, mi son ritrovata a stilare una bizzarra lista sulle cose che più detesto. Ho creduto all’illusione che, mettendo nero su bianco, ogni elemento o situazione trascritta diventasse, a beneficio del mio sistema nervoso, più tollerabile.
E così, scorrendo quell’improbabile elenco, ciò che mi ha causato un’astiosa acidità di stomaco è il celeberrimo cambio di stagione, posizionato a metà strada fra un deprecabile maschio che durante il sesso indossa ancora i calzini ed i penosi clown del circo.

Inutile dire che più i miei occhi si soffermavano a leggere quella scritta e più quelle parole si trasformavano in una gigantesca e pacchiana insegna in stile Las Vegas.
Non so voi, ma questo rito che si rinnova due volte l’anno, personalmente, mi manda letteralmente in crisi, regalandomi uno stato di malessere ed insofferenza da difficile scrollatura. Inoltre, le attuali temperature meteo, tipiche di un’estate mai finita, non agevolano affatto i miei buoni propositi che quotidianamente procrastino.
Non ho la fortuna di possedere uno di quei meravigliosi armadi-quattro-stagioni, dove in un colpo solo ti ritrovi in mezzo ad un guardaroba perfettamente allineato ed organizzato in base alla stagione in corso. Certo, nel mio caso sarebbe più opportuno adibire a cabina armadio un’intera stanza, vista la svariata gamma di outfit ed accessori che mi gravitano attorno e per i quali, spesso e volentieri, m’ingegno in stravaganti incastri e posizionamenti. Diciamo pure che gli anni trascorsi a giocare a Tetris hanno finalmente trovato una loro ragione d’essere.

            Osservo quelle scatole e quei capi tutti cellophanati e vengo colta da un moto di sconforto. E’ in momenti come questi che sogno di essere Samantha, la protagonista di Vita da Strega. Ve la ricordate? Ah, io l’adoravo! Le bastava storcere il naso un po’ a destra ed un po’ a sinistra per far sì che ogni cosa fosse magicamente in ordine ed al suo posto. C’ho provato, eh! Ma col tempo le uniche cose che mi provocano arricciature da naso sono la polvere...e le donne con la borsa da elettricista, griffata Pollini.

            Ammetto di averne pensate di tutti i colori pur di evitare il cambio stagionale: dall’ingaggiare qualcuno che si sorbisse questo fastidioso stress al posto mio sino ad adottare ogni sorta di consiglio e suggerimento, reperito sul web, affinché la sana rivoluzione nel guardaroba non sia fortemente destabilizzante per la mia già provata psiche. Nel primo caso, ho abbandonato l’idea dopo sette secondi, in cui la mia mente è stata attraversata da visioni profetiche riguardanti la poco piacevole sensazione di mani estranee tra le mie cose, nonché l’idea di diventare una vittima prediletta di qualche maniaco dell’ordine. No, grazie. La seconda ipotesi è stata decisamente più proficua, soprattutto perché mi ha permesso di allungare i tempi di rinvio ed eludere così il mio preponderante istinto di gettare tutto a casaccio sia nell’armadio che nei cassetti al grido "chi s’è visto, s’è visto"!


            Pertanto, sulla base del concetto tanto-prima-o-poi-te-tocca, ho contato sino a dieci (va beh, erano venti) ed ho dato inizio alle procedure per il cambio di stagione, trasformando in pochi minuti la mia stanza in un tale groviglio confusionale, costituito da indumenti, scatoloni, stampelle, scarpe, che a confronto l’uragano Katrina sarebbe stato declassato a vento di scirocco.

            Tuttavia, uno degli aspetti più positivi (ebbene sì, esiste!) del marasma, che si viene a creare, è l’essere sola. Infatti, in un momento così delicato, nessun rompiscatole deve trovarsi nei paraggi, poiché anche la semplice presenza potrebbe incrementare stress e nervosismo. In questo, bisogna ammettere che la categoria delle madri e quella dei propri uomini si contendono ad armi pari la palma per chi scassa più zebedei. Ricordate, miei cari lettori: la prima e fondamentale regola per non lasciarsi sopraffare da una crisi isterica durante le operazioni di cambio stagione consiste proprio nell’effettuarlo nella più completa solitudine. Acquistate biglietti per il cinema, organizzate una visita guidata presso gli spogliatoi della squadra del cuore oppure richiedete la partecipazione di vostra madre a "La prova del cuoco": tutto è lecito, purché non gravitino all’interno del vostro raggio d’azione.
            La fase successiva consiste nel rendere concretamente tangibile l’ordine mentale che mi son costruita, osservando quella massa informe di roba sul letto e suddividendola per tipologia di indumento. Confesso di aver nuovamente tentato con l’arricciatura del naso e sperato in una piccola manifestazione magica, ma il risultato è stato piuttosto deludente. Ecco, un altro buon motivo per non avere nessuno attorno: questi attimi di lucida follia rimarranno intimamente segreti fra voi ed il caos circoscritto in quelle quattro mura.

Organizzare ed allineare secondo un ordine prestabilito il proprio guardaroba non è difficile. Ciò che risulta dannatamente complicato, specie per una donna, è operare una scelta tra quello che ancora per qualche stagione si può abilmente riciclare con qualche accessorio di tendenza e quello che, nonostante le proprie resistenze, si tuffa spontaneamente nel cassonetto dei rifiuti. E’ in questo stadio così problematico che una donna prende piena coscienza dei propri limiti e smette di illudersi: ad esempio, quel vestito da una taglia in meno, acquistato in un momento di insana schizofrenia, quando credevo ancora nei miracoli della linea, è bene che venga affidato alle amorevoli cure di nuovi proprietari, capaci di far scorrere la lampo senz’alcun problema. Per consolarmi dalla triste perdita subita, domani sarò autorizzata ad effettuare uno shopping responsabile.

Una volta terminata questa difficile prova, si può anche presumere che il precedente disordine stia lentamente scomparendo a favore di pile di indumenti perfettamente sistemate, contribuendo pertanto al miglioramento progressivo del proprio umore e della propria salute mentale.
Finalmente potrò godermi la tisana rilassante e concedermi anche lo sfizio di aggiungere qua e là un paio di sacchetti profumati che fa molto casalinga anni cinquanta.
Sì, sono decisamente pronta. Posso farcela! Ora basta fantasticare, da domani s’inizia con il cambio di stagione. 

Forse...

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