Poliamorosi...
La
prima volta che lessi un articolo in proposito devo ammettere che mi sfuggì un
sorriso sarcastico. Ebbi la conferma sul modo in cui la fantasia si diverta spesso
a superare la realtà: un po’ come ritrovarsi a vivere le vicende surreali di
una soap opera di medio lignaggio, ma senza trame oscure, intrighi o amanti
segreti.
Ecco, riguardo a questi ultimi, vi regalo una dritta: se state
meditando di cedere alla tentazione di giocare con la geometria, in particolare
con il triangolo, o se magari siete già degli abili esperti nel trastullarvi
con il gioco di società più noto al mondo, ovvero io, tu e l’altro, sappiate che ormai appartenete ad una categoria
così antiquata e demodé, da non essere neanche appetibili per il mercatino
dell’usato.
Ebbene sì, se proprio cercate una trasgressione circa gli
amorosi sensi, oggi come oggi,
conviene diventare un adepto del polyamory.
Non allarmatevi: non si tratta di un surrogato di periferia di Scientology, ma di un differente coming
out relazionale. In pratica, le regoli tradizionali del rapporto di coppia
vengono stravolte, tanto da non essere più limitato al banale Lui e Lei, ma gli spazi di convivenza e di condivisione si estendono, in
previsione dell’entrata in gioco di un terzo soggetto: l’altro/a.
Sì, lo so cosa state per ribattere: e dove sta la novità
rispetto al passato? Beh, l’innovazione, se così vogliamo definirla, sta nel
dichiarare apertamente di vivere la
propria vita intrallazzando una relazione con due o più persone, non
necessariamente di tipo sessuale. I poliamorosi
infatti abbandonano il rassicurante (e perverso)
modello monogamico per abbracciare una forma di amore dalla natura multipla.
Quelli, tra voi un po’ più navigati come la sottoscritta, avranno già lanciato la memoria a
briglie sciolte, facendosi trasportare in un passato non tanto lontano,
caratterizzato dalle tanto famigerate comunità hippie che negli anni ’70
scuotevano le coscienze morali e sociali dei benpensanti. Il popolo del peace&love occupava e gestiva
cascine abbandonate, allo scopo di rafforzare il contatto con la natura, sperimentare
nuove forme di amore, fratellanza e solidarietà, ma soprattutto isolarsi da una
società ritenuta oppressiva ed incatenata ai dettami di un sistema che
disconoscevano sotto ogni punto di vista.
Prima che iniziate a rullare uno spinello fatto col
rosmarino e l’origano o a cantare No
woman, No cry, direi di concludere qui il viaggio, in tutti i sensi!
Dopotutto, i poliamorosi non sono capelloni vestiti da barboni
new age; non occupano casolari fatiscenti, vivendo in simbiosi con Madre
Natura; non fanno propaganda contro l’ordine istituzionale. In particolare, non
vanno considerati come minoranze etniche, in quanto chiunque può diventare un
poliamoroso: vivono tra noi, mostrano sembianze umane e probabilmente abitano
ad uno sputo dal nostro pianerottolo. Seguono semplicemente una filosofia ed
uno stile di vita diversi da chi si reputa “normale”, tanto da costituire un
articolato movimento associativo per il riconoscimento dei propri diritti, affinché
le relazioni amorose di tipo aperto, molto
aperto, vengano accettate dalla società come una sana unione di fatto.
Onestamente, reputo un poliamoroso più corretto e leale
di un partner fedifrago ed ingannatore. Il loro rapporto oltrepassa i limiti
che in genere emergono nella coppia tradizionale e che difficilmente si
ammettono.
Infatti, giorno dopo giorno, gestire e soddisfare ogni reciproca necessità
emotiva diviene oggettivamente impossibile, soprattutto se si crede nel legame
marchiato dalla formula "per sempre".
Non
è nient’altro che un modo di manifestare sentimenti ed emozioni senza
nascondersi. Liberamente ed
appassionatamente sotto lo stesso tetto.
Per carità,
una visione quasi accettabile purché la
capanna dell’amore sia dotata di almeno due bagni! Al riguardo, spulciando tra le mie vite passate, posso vantare una
piccola ma significativa convivenza post laurea (sei mesi), avvenuta anni dopo
il millennium bug, quando ci si riuniva
attorno ad un tavolo, colmo di fette biscottate impiastricciate di nutella ed
un numero imprecisato di bottiglie di birre, e ci s’illudeva che con i nostri discorsi
si poteva cambiare il mondo. Da quell’esperienza di vita comune, comunque, non
nego di aver tratto alcune valutazioni importanti: a) vivere con cinque uomini
ha i suoi innumerevoli vantaggi; b) mai mischiare la birra con la nutella; c)
la Puglia è deleteria per la linea (si vedano burratine e focacce); d) gli attestati
ricevuti dovevano essere quantomeno in pergamena, visti i soldi sostanziosi
spesi per frequentare quella sola di
master, e non realizzati con il cartoncino dei Rotoloni Regina; e) una
convivenza forzata, peggio del Grande
Fratello, deve includere la presenza di due bagni in appartamento, onde
evitare scene di guerriglia interna e terrorismo psicologico. Lo prevede una
postilla della Convenzione di Ginevra.
Archiviando
queste personalissime considerazioni, credo (e lo affermo sorridendo) che la
scelta di abbracciare uno stile di vita, che a molti apparirà incomprensibile, sia
in realtà un metodo alternativo per sconfiggere la temuta noia che
inevitabilmente insidia la coppia. Alla fine, la si potrebbe anche ritenere una
sorta di esperimento psicologico, che nella maggior parte dei casi potrebbe
effettivamente condurre ad una profonda conoscenza personale, ad un’esplorazione
del proprio io, mediante l’instaurazione di relazioni del tutto inconsuete.
Donne,
prestate attenzione: ci si può sposare, quindi
esistono uomini favorevoli a pronunciare il fatidico “sì”, e contemporaneamente
si può mantenere lo status di fidanzata con
un altro uomo; in più, il rapporto si fonda interamente sul rispetto reciproco,
annullando di fatto ogni spazio per la gelosia. Il consenso di ciascun partner
origina i diversi intrecci, ma nello stesso tempo contribuisce all’assunzione
di un impegno nel mantenere un giusto equilibrio fra libertà e sincerità.
Vi
siete rese conto che in queste poche righe ho riunito in un colpo solo tutto
ciò che le donne pretendono da un solo
uomo?! Ora, con le pupille dilatate dall’emozione ed il cuore a mille potete
urlare in coro: lunga vita al poliamore!!!
Sì, sì. Continuate pure a dimenarvi come delle invasate
Shakira ai tempi di "Whenever Wherever".
Fate galoppare dunque la fantasia sui potenziali candidati da inserire nel
vostro intrigante harem poliamoroso. Perché vorrà dire che la tavoletta del
water perennemente alzata non sarà più un problema.
D’altronde se ogni rosa ha le sue spine, ogni uomo è
una mutanda in più da lavare.
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