30 dic 2014

La Libertà del Cuore


Poliamorosi..
La prima volta che lessi un articolo in proposito devo ammettere che mi sfuggì un sorriso sarcastico. Ebbi la conferma sul modo in cui la fantasia si diverta spesso a superare la realtà: un po’ come ritrovarsi a vivere le vicende surreali di una soap opera di medio lignaggio, ma senza trame oscure, intrighi o amanti segreti.
Ecco, riguardo a questi ultimi, vi regalo una dritta: se state meditando di cedere alla tentazione di giocare con la geometria, in particolare con il triangolo, o se magari siete già degli abili esperti nel trastullarvi con il gioco di società più noto al mondo, ovvero io, tu e l’altro, sappiate che ormai appartenete ad una categoria così antiquata e demodé, da non essere neanche appetibili per il mercatino dell’usato.


Ebbene sì, se proprio cercate una trasgressione circa gli amorosi sensi, oggi come oggi, conviene diventare un adepto del polyamory.
Non allarmatevi: non si tratta di un surrogato di periferia di Scientology, ma di un differente coming out relazionale. In pratica, le regoli tradizionali del rapporto di coppia vengono stravolte, tanto da non essere più limitato al banale Lui e Lei, ma gli spazi di convivenza e di condivisione si estendono, in previsione dell’entrata in gioco di un terzo soggetto: l’altro/a.
Sì, lo so cosa state per ribattere: e dove sta la novità rispetto al passato? Beh, l’innovazione, se così vogliamo definirla, sta nel dichiarare apertamente di vivere la propria vita intrallazzando una relazione con due o più persone, non necessariamente di tipo sessuale. I poliamorosi infatti abbandonano il rassicurante (e perverso) modello monogamico per abbracciare una forma di amore dalla natura multipla.

Quelli, tra voi un po’ più navigati come la sottoscritta, avranno già lanciato la memoria a briglie sciolte, facendosi trasportare in un passato non tanto lontano, caratterizzato dalle tanto famigerate comunità hippie che negli anni ’70 scuotevano le coscienze morali e sociali dei benpensanti. Il popolo del peace&love occupava e gestiva cascine abbandonate, allo scopo di rafforzare il contatto con la natura, sperimentare nuove forme di amore, fratellanza e solidarietà, ma soprattutto isolarsi da una società ritenuta oppressiva ed incatenata ai dettami di un sistema che disconoscevano sotto ogni punto di vista.
Prima che iniziate a rullare uno spinello fatto col rosmarino e l’origano o a cantare No woman, No cry, direi di concludere qui il viaggio, in tutti i sensi!

Dopotutto, i poliamorosi non sono capelloni vestiti da barboni new age; non occupano casolari fatiscenti, vivendo in simbiosi con Madre Natura; non fanno propaganda contro l’ordine istituzionale. In particolare, non vanno considerati come minoranze etniche, in quanto chiunque può diventare un poliamoroso: vivono tra noi, mostrano sembianze umane e probabilmente abitano ad uno sputo dal nostro pianerottolo. Seguono semplicemente una filosofia ed uno stile di vita diversi da chi si reputa “normale”, tanto da costituire un articolato movimento associativo per il riconoscimento dei propri diritti, affinché le relazioni amorose di tipo aperto, molto aperto, vengano accettate dalla società come una sana unione di fatto.


Onestamente, reputo un poliamoroso più corretto e leale di un partner fedifrago ed ingannatore. Il loro rapporto oltrepassa i limiti che in genere emergono nella coppia tradizionale e che difficilmente si ammettono.
Infatti, giorno dopo giorno, gestire e soddisfare ogni reciproca necessità emotiva diviene oggettivamente impossibile, soprattutto se si crede nel legame marchiato dalla formula "per sempre".
Non è nient’altro che un modo di manifestare sentimenti ed emozioni senza nascondersi. Liberamente ed appassionatamente sotto lo stesso tetto.

Per carità, una visione quasi accettabile purché la capanna dell’amore sia dotata di almeno due bagni! Al riguardo, spulciando tra le mie vite passate, posso vantare una piccola ma significativa convivenza post laurea (sei mesi), avvenuta anni dopo il millennium bug, quando ci si riuniva attorno ad un tavolo, colmo di fette biscottate impiastricciate di nutella ed un numero imprecisato di bottiglie di birre, e ci s’illudeva che con i nostri discorsi si poteva cambiare il mondo. Da quell’esperienza di vita comune, comunque, non nego di aver tratto alcune valutazioni importanti: a) vivere con cinque uomini ha i suoi innumerevoli vantaggi; b) mai mischiare la birra con la nutella; c) la Puglia è deleteria per la linea (si vedano burratine e focacce); d) gli attestati ricevuti dovevano essere quantomeno in pergamena, visti i soldi sostanziosi spesi per frequentare quella sola di master, e non realizzati con il cartoncino dei Rotoloni Regina; e) una convivenza forzata, peggio del Grande Fratello, deve includere la presenza di due bagni in appartamento, onde evitare scene di guerriglia interna e terrorismo psicologico. Lo prevede una postilla della Convenzione di Ginevra.

Archiviando queste personalissime considerazioni, credo (e lo affermo sorridendo) che la scelta di abbracciare uno stile di vita, che a molti apparirà incomprensibile, sia in realtà un metodo alternativo per sconfiggere la temuta noia che inevitabilmente insidia la coppia. Alla fine, la si potrebbe anche ritenere una sorta di esperimento psicologico, che nella maggior parte dei casi potrebbe effettivamente condurre ad una profonda conoscenza personale, ad un’esplorazione del proprio io, mediante l’instaurazione di relazioni del tutto inconsuete.

Donne, prestate attenzione: ci si può sposare, quindi esistono uomini favorevoli a pronunciare il fatidico “sì”, e contemporaneamente si può mantenere lo status di fidanzata con un altro uomo; in più, il rapporto si fonda interamente sul rispetto reciproco, annullando di fatto ogni spazio per la gelosia. Il consenso di ciascun partner origina i diversi intrecci, ma nello stesso tempo contribuisce all’assunzione di un impegno nel mantenere un giusto equilibrio fra libertà e sincerità.

Vi siete rese conto che in queste poche righe ho riunito in un colpo solo tutto ciò che le donne pretendono da un solo uomo?! Ora, con le pupille dilatate dall’emozione ed il cuore a mille potete urlare in coro: lunga vita al poliamore!!!
Sì, sì. Continuate pure a dimenarvi come delle invasate Shakira ai tempi di "Whenever Wherever". Fate galoppare dunque la fantasia sui potenziali candidati da inserire nel vostro intrigante harem poliamoroso. Perché vorrà dire che la tavoletta del water perennemente alzata non sarà più un problema.
D’altronde se ogni rosa ha le sue spine, ogni uomo è una mutanda in più da lavare.

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