22 dic 2014

Cambia Vita, fai ZAPPING!

Sono stesa nel mio giardino a fissare le nuvole che con lentezza quasi esasperante si spostano da un punto all’altro nel cielo azzurro. Vien quasi voglia di allungare la mano e sospingerle un po’ più in là, anche solo per saggiarne la consistenza. Chissà se davvero son morbidose come i batuffoli di cotone o appiccicose come lo zucchero filato..... Chissà come sembra il mondo da lassù .....
Ehi, smettetela di guardarmi con quell’espressione da Scary Movie! Dai, ammettetelo: non solo avete mangiato la foglia, ma l’avete persino digerita. Temevate che fossi invasa da una strana perversione new age, intenta ad intrecciare deliziose coroncine di fiori in perfetto stile hippy e magari intonando le litanie degli ari krishna. 
Tirate un sospiro di sollievo, amici: son sempre io, la solita guastafeste dalla personalità contraddittoria, nonché una romantica in via di guarigione.

            Però, non sarebbe una cattiva idea sperimentare prima degli anta un poderoso quanto mai folgorante cambiamento. In fondo, oggi come oggi, per scegliere cosa e chi si vuol essere è sufficiente regolarsi in base al palinsesto televisivo.

Orbene, provo addentrarmi in una spiegazione più chiara.

Esiste infatti un’invasione pressoché devastante di tutti quei reality o, meglio noti come, makeover show in cui viene propinata una miracolosa soluzione per qualunque esigenza voi possiate avere. E se prima d’allora non ne avvertivate la necessità, state pur certi che dopo la visione a caso di uno di essi, scoprirete di non poterne più fare a meno. Potenza del marketing di prima generazione!
La conseguenza più diretta di un intasamento nel proprio tubo catodico di tali show la si riscontra nell’influenza che propagano nella quotidianità di noi comuni mortali; siamo vittime consenzienti di piccole o grandi suggestioni, a seconda del bisogno inculcato.

Ad esempio, poniamo il caso che tu stia attraversando quell’astiosa fase in cui sei conscia di essere la peggior nemica di te stessa: ovvero, provi una scarsa fiducia nelle tue potenzialità; t’isoli dal mondo esterno; nutri una simbiosi profonda con il divano di casa; t’innamori smodatamente di tute e felpe informi; ed infine, hai al tuo attivo una situazione sentimentale disastrosa. Insomma, ti senti addosso il marchio di sfigata: inutile girarci troppo. L’autostima diventa solo una bella parola utilizzata nelle soap opera.

Bene, in tuo soccorso arriva Plain Jane, dove una fata spilungona molto english style, perfettamente truccata ed agghindata all’ultima moda, può trasformarti da Ugly Betty in Scarlett Johansson dei poveri. Ma prima devi partecipare ad una televendita, piazzando una serie di pentole meglio di Mastrota; flirtare con dei perfetti estranei scovati per strada; attraversare un ponte di corda ed infine scalare l’Everest a mani nude. Tutte prove che dovrebbero servire ad acquisire più sicurezza in sé, secondo la ben nota filosofia del non-fa-male-non-fa-male. Poi, magicamente, inizia il miracolo: come una cotoletta vieni ripassata nelle sapienti mani di parrucchieri, visagisti e personal shopper. In un batti baleno, da donnetta banale ti trasformi in una delle protagoniste di Jersey Shore.

Se, al contrario, sei reduce da una deludente relazione di coppia, meglio nota come tranvata d’amore, a causa della quale consumi quantità industriali di kleenex e ti senti perseguitata da Mariah Carey che intona con aria afflitta "all by myself", stai serena perché dietro l’angolo ti aspettano un’avvenente Natasha Stefanenko ed un promettente team di esperti, che si prodigheranno al meglio per aiutarti a superare questo triste momento. Apro una piccola parentesi e pretendo la massima onestà.
Poniamo il caso che te ne stai lì, davanti ad una telecamera, con degli estranei che badano ad inquadratura e luci, a raccontar e soprattutto a rivivere il peggio delle tue pene amorose con tanto di moccio al naso abbinato ad occhi gonfi e rossi. Quanto può essere credibile una strafiga come la Stefanenko che ti stringe la mano e ti rassicura con un “lo so, mia cara. Ci son passata anch’io” ?!? Ah, Natà, mavaff...!!! Chiusa parentesi.
Tuttavia, una volta accantonati i kleenex e bruciate, come in un vero e proprio rito purificante, tutte le foto e gli oggetti in grado di riportare a galla ogni deprimente ricordo,  ti attenderanno le cure rigeneranti di un love trainer, di uno stylist e/o interior designer, di un personal trainer, di un sessuologo ed, all’occorrenza, anche quelle ricostituenti di un chirurgo estetico. E se dopo tutto ciò non riesci a voltar pagina, beh, tesoro, forse è il caso di consultare un buon psichiatra!

Comunque, più m’inoltro nella stravagante creatività di questi programmi e più si rafforza in me il dubbio che siamo ormai tutti protagonisti di uno show, in cui il dialogo, gli atteggiamenti, le storie sembrano assomigliarsi gli uni con gli altri: sostanzialmente, le nostre rispettive differenze personali, le cosiddette individualità, si appiattiscono.
Ci si muove ripetendo le battute di un copione televisivo: per ciascun impasse privata esiste un canale dedicato. E’ sufficiente pigiare il bottone giusto e ci si sente pronti ad affrontare il mondo, a rimettersi in discussione, a vivere freneticamente come se si partecipasse ad uno speed date. Fagocitiamo situazioni immaginarie, che non ci appartengono semplicemente perché ricostruite da altri, ma che riadattiamo alla realtà circostante. E il vacuo si trasforma in essenziale: si cerca di trasferire la favola vista in tv nella concretezza di tutti giorni. Ci s’illude che una ristrutturazione estetica sia la chiave per apparire gagliardi, trendy e seducenti. In questo scenario sembra davvero inutile e quasi comico ribadire il concetto che l’essere conta di più rispetto all’apparire. Forse, sarebbe stato più appropriato il condizionale!

Ormai, l’innamoramento viene avvalorato solo se nell’aria riecheggiano le note di "All you need is Love", non più associabile ai Beatles, ma al camper di Stranamore che scorrazza per la città. Un matrimonio al giorno d’oggi può definirsi “indimenticabile” solo se i futuri sposini rimettono l’intera organizzazione nuziale nelle mani impeccabili di Enzo Miccio, alias Wedding Planner, la cui innata ricercatezza dei dettagli renderà quel giorno sofisticato, elegante ed estremamente teatrale.
Non so voi, ma io sto già rimpiangendo la felicità di un bicchiere di vino con un panino! 
E che dire del rapporto genitori e figli? In passato ci si basava su modelli educativi tramandati da generazione in generazione, a volte improvvisati ed altre volte fondati sul “sentito dire”. I genitori più avveniristici, invece, si sorbivano libri e pubblicazioni scientifiche pur di garantirsi la coccarda come miglior genitore dell’anno.
Ora, è sufficiente non perdersi una puntata di S.O.S. TATA.

Ma il mio preferito in assoluto è Sex Therapy, in cui coppie in aperta crisi raccontano, confessano ma soprattutto mostrano le loro difficoltà nel ricreare o, quantomeno, ritrovare un’armoniosa intesa sessuale. Tutto ciò sotto la supervisione di due esperti sessuologi dallo sguardo asettico e dall’aplomb alquanto inquietante. Comunque, ce n’è per tutti i gusti. Dai consigli più soft riguardanti l’annosa questione dei preliminari ai suggerimenti più trasgressivi, con tanto di dimostrazione pratica, al fine di ravvivare il fuoco della passione.
Sarà pure educativo, ma io lo trovo decisamente esilarante! Perché è altamente improbabile che un uomo, in tutta onestà e davanti una telecamera, sia in grado di affermare che non gli si rizza più....l’entusiasmo sessuale. Piuttosto venderebbe la mamma, dai!

Dopo aver sottoposto ad una centrifuga, mista a tortura, i miei due poveri criceti cerebrali, Marte e Giove, per via di questa lunga esposizione televisiva, quasi quasi me ne torno ai miei voli pindarici, ad osservar le nuvole dalle forme strane e curiose, fingendo di afferrare il sole tra l’indice e il pollice. E se son fortunata, magari becco un paio di unicorni fare skate da un arcobaleno all’altro, prima di ritrovarmeli su MTV a sfidarsi come delle agguerrite crew!

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