11 dic 2014

Che Rumore Fa la Felicità?





Qualcuno di voi lo sa? 

Domandarselo oggi è quasi ironico, visto l’equilibrio precario che ci circonda. 
Ci atteggiamo ad acrobati pseudo esperti, ma i nostri passi incerti tradiscono quei timori, quelle disillusioni, quei malumori  che spesso palesiamo verso un’esistenza che sembra non appartenerci.
Non spaventatevi: non ho nessuna intenzione di snocciolarvi concetti filosofici, per carità! Mi rendo conto che il tema si presti a facili tentazioni, ma lungi da me l’intento di imboccarvi pillole di saggezza. 
 Amo il libero arbitrio che ognuno di noi è in grado di esercitare in qualunque circostanza e schivo (e/o schifo) come la peste quel genere di persone che muore dalla voglia di dirmi cosa fare, dove andare e come devo vivere. In particolare, quelle persone che sembrano avere la risposta pronta ad ogni mia problematica, immuni agli errori di valutazione e di conoscenza.

Fastidiose, vero? Mi viene l’orticaria non appena ne incrocio una: come si può pensare di scacciare i miei migliori e fedeli amanti: ossia, il dubbio e l’incertezza? E’ un abominio! Io sono portatrice sana di punti interrogativi. Ne abuso a livello patologico. Credo di non aver mai superato fino in fondo la fase infantile dei perché. 

Tuttavia l’essere così rompipalle mi ha sempre spinta a cercare un confronto ed a soppesare le diverse esperienze, impedendomi di vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Di conseguenza, mi son convinta che la Felicità è uno stato d’animo simile all’Amore: tutti ne parlano, tutti la cercano ma nessuno è in grado di poter affermare con assoluta certezza se è riuscito nell’ardua impresa.

E questo mi mette già di buonumore. Sì, perché posso serenamente asserire che una consapevole e libidinosa risata corrisponde (per me) al raggiungimento della tanto ambita felicità! Rinunciate a contraddirmi, ho la testa dura ed un bel sorriso: posso abilmente disarmarvi!



Vivo in uno stato di assoluta ilarità: merito della ventata di primavera che si respira nell’aria? Delle rondinelle svolazzanti nel cielo azzurro? Delle fragole nei supermercati? Non lo so, machissenefrega! Imparo a concentrarmi su quegli eventi positivi che tanto spesso mi regalano un’emozione. E poi, in fondo, non impiego molto a riconoscerli, saltano subito all’occhio, dato che attualmente sguazzo e vengo bombardata da negatività e mal di vivere che al confronto Giacomo Leopardi, rispetto a me, sembra un ottimista che danza sulle note del Gan Gnam Style!

Ebbene sì, il buonumore mi ha sempre salvata, tanto da abituarmi ormai all’idea che ogni situazione può esser sdrammatizzata, perché ridere fa bene e l’autoironia n’è parte imprescindibile, poiché tramite essa posso vedermi con occhi esterni. Nei giorni più pesanti, specie, quando i vaffainbrodo o i Santi dell’intero calendario sembrano insufficienti, applico un metodo infallibile per scaricare le tensioni e resettare il cervello, riprogrammandomi. Mi piazzo davanti allo specchio e libero il mio repertorio di pernacchie e smorfie. Ahhh! Voi non immaginate quanto ciò alleggerisce la mia naturale predisposizione a prendermi troppo sul serio. La vita va demistificata rendendoci un po’ giullari di noi stessi.

Inoltre, ridere funziona meglio di qualsiasi moderno social network. Provare per credere! E’ ben noto che in genere non si ride da soli (oddio, a me a volte capita, ma quella è un’altra storia!), lo si fa in compagnia ed in quella curva che si delinea sul viso c’è molta più comunicazione che in uno spot pubblicitario. E’ la conferma che non esiste alcun segno di ostilità, al contrario si è ben disposti ad instaurare un contatto con la persona che si sta accanto.
Un giorno senza il sorriso è un giorno perso”, asseriva Charlie Chaplin e quanto aveva ragione! Fatevi questo regalo di tanto in tanto: ridete! Ne gioverà non solo lo spirito ma anche il corpo. Pare infatti…anzi no, è scientificamente dimostrato che ridere a crepapelle contribuisca ad eliminare un bel po’ di calorie in eccesso. D’improvviso siete più interessati, vero? Allora memorizzate questa informazione: in un’ora di allegria si brucia la stessa quantità di grassi che si perde attraverso mezz’ora di body building. Quindi suggerisco di cercare una palestra nelle vicinanze, iscriversi, scegliere la prima panca libera e mettersi comodi in sala pesi, gustandosi la parata dei vari tronisti e veline intenti a tartarugare ogni muscolo esibito.



Abbandonate inoltre il botox e le cremine antirughe, perché mentre ci si sbellica dal ridere si attivano la bellezza di ben 15 muscoli facciali che tonificano, distendono ed illuminano la pelle del viso. Per non parlare poi degli strepitosi addominali e pettorali che vengono fuori a dispetto del miglior allenamento effettuato da quell’indemoniata di Jill Cooper. Ma gli effetti benefici che la risata offre al nostro organismo si estendono inoltre al cuore, migliorandone il ritmo e riducendo il colesterolo nel sangue, sino ad ottimizzare le difese immunitarie e ad annullare ogni forma di stress.

Chiudendo qua la mia personale parentesi di Medicina33, credo tuttavia che sia opportuno mantener vivo il nostro buonumore, allenandolo attraverso piccole accortezze. Iniziamo con la cromoterapia, attingendo ai colori come fonte di benessere sia nella scelta degli spazi che viviamo e sia in ciò che indossiamo, evitando però di abbigliarci come una fashion blogger dei poveri, eh! Buttiamo quello che non serve: i tristi ricordi e le persone sgradevoli, ad esempio. Tuffiamoci in attività fisiche che liberino le nostre preziose endorfine ed aumentino l’euforia: in poche parole, fate sesso! Dedichiamoci alla pet therapy: non solo bau bau e micio micio, va bene anche il Pulcino Pio e per i più trendy, il trombamico. Rilassiamoci, oziando e dimenticando gli impegni e gli obblighi: quindi, chiudete gli occhi ed azionate il tasto play dell’ipod e date il via allo scroscio della pioggia in Val Padana o al suono delle onde del Mar Tirreno, boicottando così il misticismo della foresta pluviale ed la pomposità dell’oceano.
per concludere: incominciamo a dire NO. Va bene la disponibilità verso gli altri, ma preserviamo la nostra vena egoistica, perché non si può sempre porgere al prossimo l’altra guancia, visto che si è preso nel frattempo pure il braccio, le due gambe ed il deretano. Neghiamoci e saremo più lucidi nell'apprezzare la mano tesa di chi si renderà disponibile per noi.

E se non arriva, beh come si dice nella città eterna: Fatti na risata che magari domani te sveji sotto a’n cipresso!








Nessun commento:

Posta un commento