Qualcuno di voi lo sa?
Domandarselo oggi è quasi ironico, visto l’equilibrio precario che ci circonda.
Ci atteggiamo ad acrobati
pseudo esperti, ma i nostri passi incerti tradiscono quei timori, quelle
disillusioni, quei malumori che spesso
palesiamo verso un’esistenza che sembra non appartenerci.
Non spaventatevi:
non ho nessuna intenzione di snocciolarvi concetti filosofici, per
carità! Mi rendo conto che il tema si presti a facili tentazioni, ma lungi
da me l’intento di imboccarvi pillole di saggezza.
Amo il
libero arbitrio che ognuno di noi è in grado di esercitare in qualunque
circostanza e schivo (e/o schifo) come la peste quel genere di persone che
muore dalla voglia di dirmi cosa fare, dove andare e come devo vivere. In particolare,
quelle persone che sembrano avere la risposta pronta ad ogni mia problematica,
immuni agli errori di valutazione e di conoscenza.
Fastidiose,
vero? Mi viene
l’orticaria non appena ne incrocio una: come si può pensare di scacciare i miei
migliori e fedeli amanti: ossia, il dubbio e l’incertezza? E’ un
abominio! Io sono portatrice
sana di punti interrogativi. Ne
abuso a livello patologico. Credo di non aver mai superato fino in fondo la
fase infantile dei perché.
Tuttavia
l’essere così rompipalle mi ha sempre spinta a cercare un confronto ed a
soppesare le diverse esperienze, impedendomi di vedere il bicchiere mezzo pieno
o mezzo vuoto. Di conseguenza, mi son convinta che la Felicità è uno stato
d’animo simile all’Amore: tutti ne parlano, tutti la cercano ma
nessuno è in grado di poter affermare con assoluta certezza se è riuscito
nell’ardua impresa.
E questo
mi mette già di buonumore. Sì, perché posso serenamente asserire che una
consapevole e libidinosa risata corrisponde (per me) al raggiungimento della
tanto ambita felicità! Rinunciate a contraddirmi, ho la testa dura ed un bel
sorriso: posso
abilmente disarmarvi!
Vivo in uno stato di assoluta
ilarità: merito della ventata di primavera che si respira nell’aria? Delle
rondinelle svolazzanti nel cielo azzurro? Delle fragole nei supermercati? Non lo so, machissenefrega! Imparo a concentrarmi su quegli eventi positivi che tanto spesso
mi regalano un’emozione. E poi, in fondo, non impiego molto a riconoscerli,
saltano subito all’occhio, dato che attualmente sguazzo e vengo bombardata da
negatività e mal di vivere che al confronto Giacomo Leopardi, rispetto a me,
sembra un ottimista che danza sulle note del Gan Gnam Style!
Ebbene sì,
il buonumore mi ha sempre salvata, tanto da abituarmi ormai all’idea che ogni
situazione può esser sdrammatizzata, perché ridere
fa bene e l’autoironia n’è
parte imprescindibile, poiché tramite essa posso vedermi con occhi esterni. Nei
giorni più pesanti, specie, quando i vaffainbrodo o i Santi dell’intero
calendario sembrano insufficienti, applico un metodo infallibile per scaricare
le tensioni e resettare il cervello, riprogrammandomi. Mi piazzo davanti allo
specchio e libero il mio repertorio di pernacchie e smorfie. Ahhh! Voi non immaginate quanto ciò
alleggerisce la mia naturale predisposizione a prendermi troppo sul serio. La vita va demistificata rendendoci un
po’ giullari di noi stessi.
Inoltre,
ridere funziona meglio di qualsiasi moderno social network. Provare per
credere! E’ ben noto che in genere non si ride da soli (oddio, a me a volte
capita, ma quella è un’altra storia!), lo si fa in compagnia ed in quella curva
che si delinea sul viso c’è molta più comunicazione che in uno spot
pubblicitario. E’ la conferma che non esiste alcun segno di ostilità, al
contrario si è ben disposti ad instaurare un contatto con la persona che si sta
accanto.
“Un giorno
senza il sorriso è un giorno perso”, asseriva Charlie Chaplin e
quanto aveva ragione! Fatevi questo regalo di tanto in tanto: ridete! Ne gioverà non solo lo
spirito ma anche il corpo. Pare infatti…anzi no, è scientificamente dimostrato
che ridere a crepapelle contribuisca ad eliminare un bel po’ di calorie in
eccesso. D’improvviso siete più interessati, vero? Allora memorizzate questa
informazione: in un’ora di allegria si brucia la stessa quantità di grassi
che si perde attraverso mezz’ora di body building. Quindi suggerisco di
cercare una palestra nelle vicinanze, iscriversi, scegliere la prima panca
libera e mettersi comodi in sala pesi, gustandosi la parata dei vari tronisti e
veline intenti a “tartarugare” ogni muscolo esibito.
Abbandonate
inoltre il botox e le cremine antirughe, perché mentre ci si sbellica dal
ridere si attivano la bellezza di ben 15 muscoli facciali che tonificano,
distendono ed illuminano la pelle del viso. Per non parlare poi degli
strepitosi addominali e pettorali che vengono fuori a dispetto del miglior
allenamento effettuato da quell’indemoniata di Jill Cooper. Ma gli effetti
benefici che la risata offre al nostro organismo si estendono inoltre al cuore,
migliorandone il ritmo e riducendo il colesterolo nel sangue, sino ad
ottimizzare le difese immunitarie e ad annullare ogni forma di stress.
Chiudendo
qua la mia personale parentesi di Medicina33, credo tuttavia che sia opportuno
mantener vivo il nostro buonumore, allenandolo attraverso piccole accortezze.
Iniziamo con la cromoterapia, attingendo ai colori come fonte di benessere sia
nella scelta degli spazi che viviamo e sia in ciò che indossiamo, evitando però
di abbigliarci come una fashion
blogger dei poveri, eh! Buttiamo
quello che non serve: i tristi ricordi e le persone sgradevoli, ad esempio.
Tuffiamoci in attività fisiche che liberino le nostre preziose endorfine ed
aumentino l’euforia: in poche
parole, fate sesso! Dedichiamoci
alla pet therapy: non solo bau bau e micio micio, va bene anche il Pulcino Pio
e per i più trendy, il trombamico. Rilassiamoci, oziando e
dimenticando gli impegni e gli obblighi: quindi, chiudete gli occhi ed azionate
il tasto play dell’ipod e date il via allo scroscio della pioggia in Val Padana
o al suono delle onde del Mar Tirreno, boicottando così il misticismo della
foresta pluviale ed la pomposità dell’oceano.
E per
concludere: incominciamo a dire NO. Va bene la disponibilità verso gli altri,
ma preserviamo la nostra vena egoistica, perché non si può sempre porgere al
prossimo l’altra guancia, visto che si è preso nel frattempo pure il braccio,
le due gambe ed il deretano. Neghiamoci e saremo più lucidi nell'apprezzare la
mano tesa di chi si renderà disponibile per noi.
E se non
arriva, beh come si dice nella città eterna: Fatti na risata che magari domani
te sveji sotto a’n cipresso!
Nessun commento:
Posta un commento