11 dic 2014

Il Diavolo cammina…con i tacchi a spillo


Amiche care, rassegnatevi a dare l’estremo saluto al tanto amato (e quanto da me odiato) plateau: bentornato tacco a spillo! Evvai!


Dire che ho provato una gioia infinita è un mediocre eufemismo: tanto per darvi un’idea, diciamo che è stato come se Luca Argentero improvvisamente mi dichiarasse amore eterno. Eh? Troppo esagerato? Va beh, facciamo allora che il mio angelo custode (posso immaginarlo almeno come Argentero??) mi regali il miracolo di poter mangiare quello che voglio senza ingrassare.

Ahhh, il plateau! Ma come si fa a scegliere una calzatura con il plateau e ritenerla poi elegante? Sarà stato pure un accessorio modaiolo ma come lo si può definire femminile se trasforma qualunque donna in una trampoliera da circo o nella peggior cubista a spasso per la tangenziale. 
Abdicate l’idea di indossarlo per la stagione estiva e per quelle successive. 
Vi offro una dritta: il plateau è morto! E il messaggio funebre arriva proprio dai guru della moda che di recente, in ogni sfilata fashion, o attraverso le riviste patinate del settore o durante qualche evento glam, hanno più volte manifestato il cambio di tendenza e tempo un mese diverrà uno dei tanti diktat dello stile prêt-à-porter. Quindi selezionate la parete migliore, armatevi di martello e con vigorosi colpi inchiodate tutte le scarpe con il plateau che possedete, magari ne vien fuori un’opera d’arte contemporanea che potrete esporre con orgoglio al MOMA.

Essendo una shoes addict, la storia sull’eleganza femminile la conosco fin troppo bene, tanto che credo di aver imparato inizialmente quella rispetto alle comuni fiabe infantili. Il mio amore per le scarpe ha radici lontane: è una delle innumerevoli passioni tramandata da mia nonna, donna minuziosamente attenta agli accessori, un talento innato nella cura dei dettagli femminili, che le ha consentito di divenire col tempo una sarta eccellente e molto apprezzata negli ambienti dell’alta borghesia cittadina. Quelle intere giornate trascorse con lei nel suo modesto atelier, ad ammirare gli abiti che creava per le clienti, ad ascoltare i suggerimenti che offriva in tema di accessori, hanno costruito la mia forma mentis in tema di eleganza. 
Sono cresciuta tra le sete più preziose ed il raso più brillante, tra pregiate stole di visoni e volpi e tra spille scintillanti e bracciali tintinnanti, dettagli la cui importanza scemava laddove si errava la scelta delle calze e scarpe.
            I tacchi alti sono da sempre simbolo di sensualità, un’arma di  seduzione, per la quale noi donne alterniamo, a seconda dell’occasione, sentimenti di amore ed odio, mentre agli occhi degli uomini rappresentano l’emblema dell’erotismo femminile per eccellenza. Il tacco a spillo è esteticamente il top: a) snellisce la gamba e ne delinea la caviglia; b) armonizza le forme rendendole più sinuose; c) contribuisce a far galoppare la fantasia maschile e sapete bene, mie care signore, quanto ciò sia da ritenersi fondamentale, viste le evidenti lacune in materia.
            Forza, su, proponetemi un contraddittorio valido circa il plateau?  Abbiate il buon gusto di ammettere che esteticamente il paragone non regge. La prima volta che ne vidi uno infatti lo confusi con un plantare ortopedico e da allora quest’idea non è per nulla scivolata via. Ho “goduto” della visione di numerose donne, diverse per altezza e dimensioni, abbigliate con outfit impeccabili ma involgarite da una camminata tozza e da un portamento che a confronto i rugbisti degli All Blacks mi sembrano i componenti del Bolshoi Ballet di Mosca.

            Non ritornerò ancora a propinarvi l’abbecedario della donna raffinata, anche perché ho già dispensato in proposito nei precedenti articoli, ma non smetterò un secondo di sottolineare come l’eleganza in sé debba essere una costante nel modus operandi di ciascun donna, perché essa non dipende solo da ciò che s’indossa, arricchisce, certo, ma è arcinoto che la classe non è acqua.



            


L’essenza della femminilità dimora in una sola parola: semplicità. E’ una naturale attitudine che risiede nel cervello e si manifesta all’esterno tramite il portamento, l’osservazione di sé e la personalità. Infilarsi un paio di tacchi alti e muovere qualche passo non è certo una cosetta da sottovalutare, ma perché far le sborone abusando di un soprannaturale tacco 15 cm accompagnato da un plateau di 3 cm?! L’effetto immediato è quello di apparire goffe e …volgari. Oh, l’ho scritto! Mi son levata il sassolino dalla scarpa!!!

Vorrei invitarvi ad esaminare con attenzione le espressioni facciali appartenenti alle donne che indossano gli aggeggi di cui sopra:  l’aria dipinta sui loro volti non è quella della classica strafiga alquanto snob. No, quella è sofferenza nel tentare di non sembrare un T-Rex mentre si sposta dal buffet dei salatini a quello dei dolci.
Vi imploro: soffermatevi un minuto di più allo specchio prima di uscire ed optate per un bel paio di ballerine oppure investite fino all’ultimo centesimo in un corso di girling.
Vi ritroverete come me ad contemplare, non verde d’invidia, uomini flessuosi, nerboruti e dai fisici scolpiti ondeggiare su tacchi da capogiro, risultando sexy ed estremamente femminili. Un punto a favore della queer theory che sostiene l’inesistenza di una precisa identità sessuale fra gli individui e che i generi maschile e femminile sono in realtà frutto di costruzioni sociali.

Mie care donne, i tempi si evolvono. E se è vero, come dicono gli uomini, che siamo il Diavolo fatto persona, cerchiamo di tenere il passo e non solo metaforicamente. Pertanto, sfiliamo gli zoccoli a beneficio di un bel paio di decolté rosse di vernice, rigorosamente a spillo, a dispetto del fatto che non solo riusciamo a cavarcela magistralmente in una coreografia di girling, ma siamo allenate a reggere un equilibrio perfetto tutti i santi giorni, destreggiandoci tra famiglia e lavoro. E tutto questo ci trasforma in acrobate straordinarie che provviste di tacco 12 regalano un leggero fremito di turbamento a chi ci osserva barcamenare tra la spesa settimanale e il bucato della domenica.

Ah le donne, creature straordinariamente generose! A questo punto invito i signori uomini a praticare un meritatissimo massaggio plantare ogniqualvolta le proprie compagne abbandonano sul pavimento quelle calzature infernali e sprofondano sul divano.
Per quanto mi riguarda, vedo se Luca Argentero è libero!




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