Quando all’inizio mi venne in mente di crearmi uno spazio tutto mio, dove scrivere ed esprimere opinioni su temi che di certo non attengono alla fisica quantistica, ma piuttosto al quotidiano di noi tutti, beh, devo ammettere di aver sofferto anch’io di ansia da prestazione. Non che adesso, a distanza di mesi, l’ansia sia scomparsa del tutto, ma perlomeno riesco a gestirla e camuffarla.
Premetto che non condanno il porno ma semplicemente mi è
del tutto indifferente. E confesso di averne visto qualcuno, a volte in
compagnia e a volte sola, spinta più che altro da una curiosità innata che per
un reale interesse. Beh, l’effetto è stato sorprendente: su ogni fotogramma
visionato, non ho mai smesso di ridere! Per ciascun oh, si, si...dai...ancora, a me partiva lo sghignazzamento libero e
controcorrente, ignorando lo sguardo di disapprovazione di chi avevo accanto.
Uffa, non è colpa mia se li trovo comici. L’assenza di
uno straccio di trama, quei fisici così distanti dal mio immaginario erotico e
quel voler trattare ripetutamente il sesso in maniera così “maschile” hanno più
volte bloccato (o sarebbe più opportuno scrivere ammosciato?!) ogni mio potenziale eccitamento.
A noi
femminucce, il sesso ha sempre entusiasmato in tutte le sfumature possibili. Purtroppo i preconcetti sociali e la pseudo moralità
maschile hanno spesso ostacolato e soffocato diritti e libertà fondamentali per
ciascuna donna ed, in particolare, hanno mortificato una delle migliori forme
di comunicazione al femminile.
Di
conseguenza, non mi sorprende affatto scoprire che, in un’epoca come quella
attuale, ci sia stato uno spostamento delle preferenze, delle idee e delle abitudini sessuali appartenenti a Lei. Il risultato immediato di ciò si
riscontra, infatti, nella possibilità di
poter dichiarare pubblicamente che il porno non è più una prerogativa
esclusivamente maschile. E’ quanto si evince da uno studio francese, secondo il
quale quattro donne su cinque ammettono senz’alcuna difficoltà o vergogna di
guardare film hard, anche in presenza del proprio partner. E la facilità
d’accesso con cui oggi le signore possono disporre di pellicole a luci rosse è
notevolmente aumentata rispetto al passato. Inoltre, in base ai risultati
estrapolati dai ricercatori d’oltralpe, è emerso che la curiosità è decisamente
femmina, in quanto costituisce
l’elemento principe che spinge la donna a sezionare ogni frame e ad
intraprendere un viaggio mentale (e
quanto siamo brave in questo!), in cui ogni sua fantasia prende corpo. La
curiosità comunque da sola non basta: essa è accostata anche ad un desiderio di
apprendere, sperimentare e sorprendere il partner, vivacizzando così l’intesa sessuale
e migliorandone di conseguenza le performance fra le lenzuola.
Vuoi
vedere che adesso il porno mi diventa pure educativo?
Sì, perché questi piccoli outing nella sfera privata della donna hanno
perlopiù dato origine ad un fenomeno di costume che si è rapidamente propagato
in tutto il mondo. Mi riferisco al porno
femminista, ossia un filone di filmografia hard interamente basato sui sogni
più eccitanti e più intriganti, che noi donne formuliamo in tema di sesso; il tutto
intriso di una sensibilità tale che rende le pellicole, in questione, differenti da quelle sinora proposte.
Perché, se ancora non fosse abbastanza chiaro, quello che eccita Lui non è sempre quello che eccita Lei. E’ da
questo semplice assioma che è nata la fortuna della regista di origini svedesi,
Erika Lust, pioniera del genere pink porn.
Le ragioni sono
probabilmente da ricercar in quell’atmosfera di complicità ricreata dagli
attori in ciascuna sequenza, che solletica nello spettatore note di piacere e desiderio
e cancella ogni traccia sull’uso improprio del sesso fine a stesso.
Tanti
sembrano gli elementi che attestano il successo dell’hard a tinte rosa: innanzitutto, si tratta di brevi storie con uno
straccio di trama che definirei normale ed
attendibile, i cui protagonisti,
seppur bellocci (alcuni si mantengono sul limite della figaggine), trasmettono quel senso di identificazione con la vita
quotidiana, che li rende vicini a
quel Lui o Lei che ognuno di noi, comuni mortali, plasma nella propria mente.
Lo
ripeto: questo tipo di porno potrebbe sì
diventar strumento educativo! Perché non promuoverlo presso le nuove
generazioni? Oh, mamma, mi sembra tanto un messaggio da zia dalla porta accanto. L’idea, però, non sarebbe proprio da
scartare se si considera l’assenza, presso le fasce giovanili, di una qualche forma
di educazione sessuale. E’ innegabile come la loro forma mentis, al riguardo,
sia pressoché ancorata ai porno old style,
popolati da scimmie urlatrici in fase di raggiungimento dell’orgasmo e da
lunghe, noiose ed interminabili sequenze in cui l’ameba maschio, invece, pare
non raggiungerlo mai. Nulla di più deformante dalla realtà. Inoltre, non è raro
notare come la volontà della donna sia annullata: è pari ad una bambola di
pezza, priva di sentimenti, passioni ed emozioni che subisce la dominanza maschile.
Concetti che non fanno altro che alimentare e rafforzare l’immagine della donna
oggetto.
Il pink porn, al contrario, mostra il sesso
nelle sue sfaccettature più genuine, più naturali, esaltando la figura
femminile, attraverso la sua modernità e la sua indipendenza sociale ed
economica. Una donna che dialoga di tematiche sessuali senza per questo venir
additata come una poco di buono.
Ogni
dettaglio è accuratamente studiato: dalla location, dalle musiche di sottofondo,
agli abiti eleganti ma alla portata di chiunque, sino alla fotografia ricercata
e suggestiva. C’è un’attenzione diversa
per il corpo. Tutto il corpo. In
particolare, sono bandite le performance acrobatiche, tipiche del porno
tradizionale, ed al limite del paradosso.
Personalmente,
ammiro Erika Lust. E’ sostanzialmente riuscita nell’impresa di ribaltare vecchi
cliché, umanizzando il sesso bestiale dell’hard old style ed avvicinandolo sempre più ai desideri, ai
bisogni ed alle fantasie erotiche femminili. E’ lei, per me, la vera rivoluzionaria, colei che ha
conquistato traguardi non meno importanti di un manipolo di femministe
infoiate.
Il messaggio inequivocabile
è per voi, signori uomini: il sesso di qualità si fa in due ed a dirigere il gioco siam sempre noi, fighe cerebralmente progressiste.
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