13 dic 2014

In Lust We Trust




 Quando all’inizio mi venne in mente di crearmi uno spazio tutto mio, dove scrivere ed esprimere opinioni su temi che di certo non attengono alla fisica quantistica, ma piuttosto al quotidiano di noi tutti, beh, devo ammettere di aver sofferto anch’io di ansia da prestazione. Non che adesso, a distanza di mesi, l’ansia sia scomparsa del tutto, ma perlomeno riesco a gestirla e camuffarla.
Quello che non immaginavo è che, dall’interazione con il pubblico, potesse scaturir fuori un insieme di consulenze (f)utili che, con mio sommo gaudio, da qualche tempo mi tocca dispensare ad alcuni lettori. Tra le richieste più singolari pervenutemi, merita di esser segnalata quella di un marito che, volendo vivacizzare l’alcova matrimoniale, mi chiedeva suggerimenti su film porno da visionare in compagnia della consorte. Ok, vi lascio il tempo di riprendervi dallo stato di ilarità isterica che vi ha colto. Ci son passata anch’io.

            Premetto che non condanno il porno ma semplicemente mi è del tutto indifferente. E confesso di averne visto qualcuno, a volte in compagnia e a volte sola, spinta più che altro da una curiosità innata che per un reale interesse. Beh, l’effetto è stato sorprendente: su ogni fotogramma visionato, non ho mai smesso di ridere! Per ciascun oh, si, si...dai...ancora, a me partiva lo sghignazzamento libero e controcorrente, ignorando lo sguardo di disapprovazione di chi avevo accanto.
            Uffa, non è colpa mia se li trovo comici. L’assenza di uno straccio di trama, quei fisici così distanti dal mio immaginario erotico e quel voler trattare ripetutamente il sesso in maniera così “maschile” hanno più volte bloccato (o sarebbe più opportuno scrivere ammosciato?!) ogni mio potenziale eccitamento.

A noi femminucce, il sesso ha sempre entusiasmato in tutte le sfumature possibili. Purtroppo i preconcetti sociali e la pseudo moralità maschile hanno spesso ostacolato e soffocato diritti e libertà fondamentali per ciascuna donna ed, in particolare, hanno mortificato una delle migliori forme di comunicazione al femminile.     
Di conseguenza, non mi sorprende affatto scoprire che, in un’epoca come quella attuale, ci sia stato uno spostamento delle preferenze, delle idee  e delle abitudini sessuali appartenenti a Lei. Il risultato immediato di ciò si riscontra, infatti,  nella possibilità di poter dichiarare pubblicamente che il porno non è più una prerogativa esclusivamente maschile. E’ quanto si evince da uno studio francese, secondo il quale quattro donne su cinque ammettono senz’alcuna difficoltà o vergogna di guardare film hard, anche in presenza del proprio partner. E la facilità d’accesso con cui oggi le signore possono disporre di pellicole a luci rosse è notevolmente aumentata rispetto al passato. Inoltre, in base ai risultati estrapolati dai ricercatori d’oltralpe, è emerso che la curiosità è decisamente femmina, in quanto costituisce l’elemento principe che spinge la donna a sezionare ogni frame e ad intraprendere un viaggio mentale (e quanto siamo brave in questo!), in cui ogni sua fantasia prende corpo. La curiosità comunque da sola non basta: essa è accostata anche ad un desiderio di apprendere, sperimentare e sorprendere il partner, vivacizzando così l’intesa sessuale e migliorandone di conseguenza le performance fra le lenzuola.

Vuoi vedere che adesso il porno mi diventa pure educativo? Sì, perché questi piccoli outing nella sfera privata della donna hanno perlopiù dato origine ad un fenomeno di costume che si è rapidamente propagato in tutto il mondo. Mi riferisco al porno femminista, ossia un filone di filmografia hard interamente basato sui sogni più eccitanti e più intriganti, che noi donne formuliamo in tema di sesso; il tutto intriso di una sensibilità tale che rende le pellicole, in questione, differenti da quelle sinora proposte.

Perché, se ancora non fosse abbastanza chiaro, quello che eccita Lui non è sempre quello che eccita Lei. E’ da questo semplice assioma che è nata la fortuna della regista di origini svedesi, Erika Lust, pioniera del genere pink porn.
L’intenzione iniziale della Lust era quella di colmare un vuoto, creando un’alternativa, ideata e confezionata, solo per il pubblico femminile, ma che con l’andare del tempo ha incontrato anche il favore di quello maschile. 
Le ragioni sono probabilmente da ricercar in quell’atmosfera di complicità ricreata dagli attori in ciascuna sequenza, che solletica nello spettatore note di piacere e desiderio e cancella ogni traccia sull’uso improprio del sesso fine a stesso.
 Tanti sembrano gli elementi che attestano il successo dell’hard a tinte rosa: innanzitutto, si tratta di brevi storie con uno straccio di trama che definirei normale ed attendibile, i cui protagonisti, seppur bellocci (alcuni si mantengono sul limite della figaggine), trasmettono quel senso di identificazione con la vita quotidiana, che li rende vicini a quel Lui o Lei che ognuno di noi, comuni mortali, plasma nella propria mente.

Lo ripeto: questo tipo di porno potrebbe sì diventar strumento educativo! Perché non promuoverlo presso le nuove generazioni? Oh, mamma, mi sembra tanto un messaggio da zia dalla porta accanto. L’idea, però, non sarebbe proprio da scartare se si considera l’assenza, presso le fasce giovanili, di una qualche forma di educazione sessuale. E’ innegabile come la loro forma mentis, al riguardo, sia pressoché ancorata ai porno old style, popolati da scimmie urlatrici in fase di raggiungimento dell’orgasmo e da lunghe, noiose ed interminabili sequenze in cui l’ameba maschio, invece, pare non raggiungerlo mai. Nulla di più deformante dalla realtà. Inoltre, non è raro notare come la volontà della donna sia annullata: è pari ad una bambola di pezza, priva di sentimenti, passioni ed emozioni che subisce la dominanza maschile. Concetti che non fanno altro che alimentare e rafforzare l’immagine della donna oggetto.

Il pink porn, al contrario, mostra il sesso nelle sue sfaccettature più genuine, più naturali, esaltando la figura femminile, attraverso la sua modernità e la sua indipendenza sociale ed economica. Una donna che dialoga di tematiche sessuali senza per questo venir additata come una poco di buono.
Ogni dettaglio è accuratamente studiato: dalla location, dalle musiche di sottofondo, agli abiti eleganti ma alla portata di chiunque, sino alla fotografia ricercata e suggestiva. C’è un’attenzione diversa per il corpo. Tutto il corpo. In particolare, sono bandite le performance acrobatiche, tipiche del porno tradizionale, ed al limite del paradosso.
Personalmente, ammiro Erika Lust. E’ sostanzialmente riuscita nell’impresa di ribaltare vecchi cliché, umanizzando il sesso bestiale dell’hard old style ed avvicinandolo sempre più ai desideri, ai bisogni ed alle fantasie erotiche femminili. E’ lei, per me, la vera rivoluzionaria, colei che ha conquistato traguardi non meno importanti di un manipolo di femministe infoiate.
Il messaggio inequivocabile è per voi, signori uomini:  il sesso di qualità si fa in due ed a dirigere il gioco siam sempre noi, fighe cerebralmente progressiste.

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