11 dic 2014

La Corte: un’arte messa da parte

La lettura del presente articolo è vivamente sconsigliata a coloro i quali, almeno una volta nella vita, non han palesato il cor gentile in operose faccende amorose.

Ciò che segue è un accorato appello della sottoscritta affinché l’antica arte del corteggiamento venga al più presto recuperata e tramandata alle generazioni future.   
La moderna confusione di ruoli tra maschi e femmine e questa fretta nel vivere e bruciare le tappe in un rapporto di coppia hanno contribuito a spazzar via la bellezza di alcuni gesti semplici, di quelle che un tempo venivano denominate buone maniere ed a cui oggi costringerei (fisicamente) un bel po’ di uomini ad adottare.

Su, siate onesti: quanti di voi son capaci veramente di corteggiare una donna.

E per “corteggiare” intendo la nobile arte che nei secoli passati ha generato l’Amor Cortese, ossia quell’insieme di azioni  e comportamenti, attraverso i quali una dama (senza ancora dargliela) veniva a lungo omaggiata dall’aspirante cavaliere. E all’epoca non esistevano i social network, gli sms, le video chat ed i MacDonald’s. Che noia, penserete voi! Eppure, son convinta che i nostri antenati se la siano goduta alla grande, provando e sospirando emozioni vere e non vivendo all’ombra di amori di plastica e dalla vacua consistenza.
Signori uomini, ma siete coscienti del potere sentimentalmente devastante che ha una lettera scritta a mano e recapitata alla donna, oggetto del vostro desiderio? Ma soprattutto, avete mai preso carta e penna e trascritto le vostre sensazioni più profonde? Sono certa che il massimo del vostro spirito amanuense stia nello stilare le formazioni del fantacalcio!

Corteggiare è un avvicinarsi sottile e delicato, mediante il quale si dosa delicatezza e fantasia: ci si conosce, ci si valuta con passi istintivi e naturali come in una danza dal sapore ancestrale.
Va bene, lo confesso: sto facendo un uso spropositato del miele di acacia. Credo di esserne dipendente e ciò mi porta ad essere così schifosamente romantica. Sommate poi a tutto ciò il fatto che si respira aria di primavera e di conseguenza gli ormoni scalpitano come tori davanti ad un drappo rosso.
Credete che sia finita qui? NO! Ora sono letteralmente “catturata” da uno sconosciuto ammiratore, il quale mi dedica poesie e per di più in francese. Sì, lo so: vien da sé pensare che quel suono morbido trasformi in automatico ogni etero in gay, ma sono pronta ad accettare la mia debolezza. C’est très chic, l’amour en français!

Ma non divaghiamo troppo. Qua la faccenda è seria. Pertanto, io da adesso promuovo ufficialmente una campagna di recupero nonché di sensibilizzazione a favore di tutte le antiche tecniche di corteggiamento; inoltre proclamo patrimonio dell’umanità l’esemplare maschio che le dovesse praticare senza paura e senz’alcuna insicurezza, adottandole come un vero e proprio stile di vita. Mentre alle signore suggerisco di mettersi comode e godersi lo spettacolo, lasciando da parte gli schemi moderni a vantaggio di una leggenda che può divenir realtà, purché la piantiamo con questa impazienza di “consumare” ed accorciare le fasi dell’approccio. Perché siam brave a confondere Lui con poco: è sufficiente uno sguardo per avvicinarlo e decidere in un istante se vogliamo vivere il tutto secondo il classico “colpo di fulmine”(quindi subito, come se non ci fosse un domani) o tirarcela fino a quando Lui non si convincerà che è meglio cercare altrove. E così perdiamo quell’opportunità che nasce in ogni rapporto umano, quella che apporrebbe l’etichetta speciale.

Il vero dramma è che si rinuncia in partenza e questo perché non è chiaro cosa si cerca o si desidera in un’altra persona. Ed è in questo frangente che applichiamo il nostro personal problem solving: ovvero, si va a letto assieme e sulla base dell’appagamento orgasmico si decide se quella persona è idonea ad una “toccata e fuga”, ad una relazione amorosa oppure ad una storia di vita a due. Ah, beata ignoranza! La verità è una sola: essere rifiutati, rispediti al mittente con un educato “no, grazie”, ecco cosa ci frena di più. Anzi, mi correggo. 
Vi frena, miei adorati uomini!

Regola 1 – Andarla a prendere. Sottotitolo: A casa sua. Niente incontri in luoghi prestabiliti e di strada. Evitate di attaccarvi al clacson per segnalare il vostro arrivo così come squillarla con il telefonino. Che orrore! Apritele lo sportello sia ad inizio che a fine serata (e Lei non dovrà storcere il naso in un impeto di indipendenza femminista). Accompagnatela galantemente alla porta ed attendete in religioso silenzio il suo saluto.
Regola 2 – Cena al ristorante. Sottotitolo:  I take away non sono ristoranti. All’ingresso nel locale è cosa buona e giusta cedere il passo alla dama, scostarle la sedia quando viene assegnato il tavolo ed attendere (di nuovo) che lei si accomodi e solo dopo prendete posto. Lasciate che sia  Lei ad ordinare per prima, intervenendo solo se richiede la vostra opinione in merito al menù. E soprattutto, offritele la cena con fare riguardoso, senza ostentare. Gentiluomini fino al midollo, mi spiego?
Regola 3 – Grazie dei fiori. Sottotitolo: Spera che non soffra di allergie. L’omaggio floreale ha sicuramente il suo fascino, sia che si tratti dell’intramontabile fascio di rose rosse e sia che si tratti di una semplice margherita da campo. Piace sempre a noi donne riceverli, in qualsiasi momento. E quale miglior occasione se non il giorno dopo il primo appuntamento? C’est fantastique!
Regola 4 – Il Baciamano. Sottotitolo: Qua occorre nonno. Se ne siete sprovvisti, adottatelo! E’ il vostro asso nella manica. La tecnica non è semplice: si sfiora delicatamente con le labbra il dorso della mano della fanciulla. Un bacio leggiadro come il soffio d’ali di una farfalla, seguito da un piccolo inchino. E’ un gesto d’altri tempi che meriterebbe di appartenere a questi tempi, un atto di riverenza che l’uomo offre alla donna.
Ora senza incorrere in facili generalizzazioni, mi assumo la piena responsabilità di ciò che sto per affermare: nel passaggio tra teoria e pratica la sfida tra uomini del sud e uomini del nord è ampiamente vinta dai primi. E questo non lo dico perché son terrona, ma perché ho appurato personalmente che il corteggiamento in Terronia è orchestrato ancora secondo gli antichi e nobili rituali. Me ne guardo bene dal fare di un’erba un fascio, figuriamoci! Non escludo la circostanza che i maschi nordici siano altrettanto capaci di conquistare il cuore di una donna. Ma scommetto che quelli più esperti e con sicure possibilità di successo vantano un avo terùn.
In conclusione, non perdete mai di vista il nocciolo della questione: farsi desiderare, imparando ad analizzare i comportamenti del potenziale partner, può rivelarsi la vostra miglior tattica in tema di seduzione. Bisogna solo mantenere un certo equilibrio nell’incertezza che si crea tra avere qualcuno che si sogna e la possibilità che ciò non avvenga. Incassare con stile un due di picche e non per questo trasformarsi nella volpe alle prese con l’uva acerba.

Bonne chance!


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