Era uno di quei giorni in cui
fissavo insistentemente fuori dalla mia finestra, alla ricerca
dell’ispirazione, di quel colpo di genio che mi facesse concludere in bellezza
l’articolo di prossima uscita per la rubrica, quando il mio cellulare emise un
paio di inconfondibili beep. Sbuffando non poco ed alquanto scocciata, scorro
di malavoglia i messaggi, inviatemi rispettivamente da due diversi soggetti di
sesso maschile.
E che fossero uomini lo si deduceva dalle inequivocabili foto
che ora facevano bella mostra sul mio display, accompagnate inoltre da un paio
di commenti personali sugli strumenti in
loro dotazione.
Onestamente, il mio
umore ne ha tratto beneficio, in quanto quelle foto si sommavano, in ordine temporale,
alle precedenti dichiarazioni utopistiche, giuntemi in forma privata, in cui
qualche baldanzoso lettore ammetteva, con estremo coraggio (e ce ne vuole), che io rappresenti per alcuni soggetti un sogno erotico. Lascio ai miei
amici il tempo di rotolare sul pavimento e sfogare le ilari convulsioni sopraggiunte
dopo la lettura delle righe di cui sopra.
Ad ogni
modo, tornando ai due uccel di bosco ed
arrestata la mia grassa risata per la contemporaneità dei singolari invii,
debbo confessare che aver ricevuto apprezzamenti
così palesi non è da ritenersi "una prima volta per me". E vi dirò di più! Mi è capitato anche di osservare,
recentemente, come tali foto mostrino una certa accuratezza nella ricerca dei
dettagli fotografici, nonché una loro originalità artistica nei commenti allegati. Com’è andata a finire con i due
intraprendenti pretendenti? Beh, ho snocciolato un paio di ringraziamenti,
rispedendo educatamente le avances ai due mittenti. E mentre uno incassava di buon grado il cosiddetto due di picche, l’altro non mostrava segni di resa. Così, non so
bene per quale motivo, ho farfugliato vagamente
qualcosa a proposito della presenza al mio fianco di un fidanzato...ma non
uno qualunque, bensì di nazionalità...africana.
Va bene,
non si trattava di una vera e propria improvvisazione ma di una consapevole e libidinosa bugia: ero particolarmente
curiosa di vedere la reazione dello sfacciato interlocutore alla mia
provocazione. Ed in effetti, borbottando qualche scusa imbarazzata, si è in
seguito dileguato nelle selve oscure del web, lasciandomi in uno stato di
allegra incredulità. E tutto ciò solo per aver in qualche modo innescato una
silenziosa competizione, sfiorando uno dei più innominabili tabù maschili, che
da sempre crea in Lui ansia,
preoccupazione ed inadeguatezza, laddove il centimetro si dimostri in alcuni
casi impietoso e crudele.
E’ ben
noto come la pubertà si raffiguri come uno di quei passaggi obbligati nella
vita di ogni essere umano, da cui è impossibile sfuggire: è durante questa fase
che arrivano infatti i primi turbamenti e si assiste progressivamente ad una
trasformazione fisica, che muta il bambino in adulto. E così mentre le
femminucce iniziano a patire i primi effetti ormonali del ciclo, i maschietti
si dilettano a prendere coscienza delle potenzialità nascoste del proprio giocattolino. Non è poi così inusuale
che i ragazzini inizino, tra un misto di imbarazzo e goliardia, a confrontarsi
con i coetanei, imparando perfettamente a leggere le unità di misura. Inutile
negarlo: se quel tipo di dimensioni
resta un annoso problema, fonte di complessi, di perplessità e di qualche penosa delusione, specie nei rapporti
con l’altro sesso, quando la paura di fallire, la celeberrima ansia da prestazione, annebbia qualunque
forma di eccitazione, è altrettanto vero che si conferma, in qualunque parte
del mondo, uno degli argomenti più gettonati nelle riunioni femminili.
A tal
proposito, se fosse possibile porre un ordine alla miriade di bugie che per
secoli le donne hanno rifilato ai rispettivi partner, spacciandole per verità
assolute, un posto di primissimo piano di certo sarebbe occupato da “Tranquillo caro, le dimensioni non contano.
L’importante nella vita è saperlo usare”.
Donne,
giù la maschera! Le dimensioni valgono, eccome!
Basta pensare alle nostre borse: più sono grandi e più ci affascinano. Il
voler apparire poi al pari di una morigerata educanda ha alimentato per
millenni alcune sciocche speranze maschili, illudendo quei poveretti di aver
ottenuto una piccola rivalsa su una Madre Natura non propriamente benigna.
In pratica, si andava
delineando uno scenario della stessa consistenza di una bolla di sapone. E ciò
sopravviveva sino a quando Lei, stufa
di coltivare nel proprio orticello domestico il trito e ritrito fagiolino, non
decideva di dedicarsi alla cura di un rigoglioso tronchetto della felicità.
La crescente
(e moderna) consapevolezza femminile, unita all’estinzione delle brave ragazze, hanno favorito un processo
di svolta, un cammino in controtendenza, tale da porre dunque un freno alle
baggianate professate dalla pudica donzella. Semplicemente, le donne hanno deciso di uscire allo
scoperto. Infatti in una recente pubblicazione scientifica, realizzata
dall’Australian National University, emerge come per le donne del Terzo
Millennio certe dimensioni assumano
una notevole rilevanza, tanto da costituire un discriminante, assieme
all’altezza ed alla corporatura, nella valutazione finale in merito alle
preferenze tra un partner ed un altro. Al campione femminile è stata sottoposta
la visione di una serie di uomini virtuali, ovvero ricostruiti digitalmente in
3D, allo scopo di selezionare i soggetti maggiormente attraenti. Ora, la
domanda sorge spontanea: perché questi benedetti studi scientifici vengono
sempre effettuati in luoghi lontanissimi da dove vivo io e soprattutto, perché
non faccio mai parte di un simile campione rappresentativo?! Okay, le
domande poste erano due, chiedo venia: mi son lasciata trasportare dalla foga.
Le
ragioni per le quali una donna sia inconsciamente attratta da un tronchetto
della felicità piuttosto che da un fagiolino sono sicuramente da ricercare
nella credenza, secondo cui le maggiori dimensioni offrono un piacere fisico
maggiore durante il rapporto. Oddio, non è che sia del tutto una credenza, eh!
Però è pur vero che nella sessualità, uno degli organi non adeguatamente sfruttato
si conferma sempre il cervello. Mai
perdere la speranza, amiche mie! Vi assicuro che esistono uomini, che conoscono
bene la differenza tra l’organo posto nella scatola cranica e quello
localizzato fra le gambe. Tuttavia, vi sarete accorte più di me che l’amichetto nelle zone basse è
notoriamente più onesto nell’esprimere
le sue emozioni: se è felice, si vede!
Insomma,
battuta a parte, cari uomini piantatela di misurarvelo tramite Condom Size! Non stupitevi troppo, mie
lettrici. Lo so, ha dell’assurdo ma esiste un’app per iphone creata
allo scopo.
Comunque, tornando a voi
maschi: quando avrete deciso di superare la fase della pubertà, cercate di
tenere allenata il più possibile la vostra materia grigia, scoprirete così come
dedicare alla vostra partner nuove emozioni e nuovi brividi, in virtù di un’intesa
nata dapprima mentalmente e poi fisicamente. La corresponsione di amorosi sensi sarà un cameo che nessun
centimetro sarà mai in grado di avvalorare. Per tutto il resto c’è il Kamasutra, la cui corretta
documentazione non è poi un gran peccato!
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