21 dic 2014

L'Amore in...centimetri!


Era uno di quei giorni in cui fissavo insistentemente fuori dalla mia finestra, alla ricerca dell’ispirazione, di quel colpo di genio che mi facesse concludere in bellezza l’articolo di prossima uscita per la rubrica, quando il mio cellulare emise un paio di inconfondibili beep. Sbuffando non poco ed alquanto scocciata, scorro di malavoglia i messaggi, inviatemi rispettivamente da due diversi soggetti di sesso maschile.
E che fossero uomini lo si deduceva dalle inequivocabili foto che ora facevano bella mostra sul mio display, accompagnate inoltre da un paio di commenti personali sugli strumenti in loro dotazione.
            Onestamente, il mio umore ne ha tratto beneficio, in quanto quelle foto si sommavano, in ordine temporale, alle precedenti dichiarazioni utopistiche, giuntemi in forma privata, in cui qualche baldanzoso lettore ammetteva, con estremo coraggio (e ce ne vuole), che io rappresenti per alcuni soggetti un sogno erotico. Lascio ai miei amici il tempo di rotolare sul pavimento e sfogare le ilari convulsioni sopraggiunte dopo la lettura delle righe di cui sopra.

Ad ogni modo, tornando ai due uccel di bosco ed arrestata la mia grassa risata per la contemporaneità dei singolari invii, debbo confessare che aver ricevuto apprezzamenti così palesi non è da ritenersi "una prima volta per me". E vi dirò di più! Mi è capitato anche di osservare, recentemente, come tali foto mostrino una certa accuratezza nella ricerca dei dettagli fotografici, nonché una loro originalità artistica nei commenti allegati. Com’è andata a finire con i due intraprendenti pretendenti? Beh, ho snocciolato un paio di ringraziamenti, rispedendo educatamente le avances ai due mittenti. E mentre uno incassava di  buon grado il cosiddetto due di picche, l’altro non mostrava segni di resa. Così, non so bene per quale motivo, ho farfugliato vagamente qualcosa a proposito della presenza al mio fianco di un fidanzato...ma non uno qualunque, bensì di nazionalità...africana.
Va bene, non si trattava di una vera e propria improvvisazione ma di una consapevole e libidinosa bugia: ero particolarmente curiosa di vedere la reazione dello sfacciato interlocutore alla mia provocazione. Ed in effetti, borbottando qualche scusa imbarazzata, si è in seguito dileguato nelle selve oscure del web, lasciandomi in uno stato di allegra incredulità. E tutto ciò solo per aver in qualche modo innescato una silenziosa competizione, sfiorando uno dei più innominabili tabù maschili, che da sempre crea in Lui ansia, preoccupazione ed inadeguatezza, laddove il centimetro si dimostri in alcuni casi impietoso e crudele.

E’ ben noto come la pubertà si raffiguri come uno di quei passaggi obbligati nella vita di ogni essere umano, da cui è impossibile sfuggire: è durante questa fase che arrivano infatti i primi turbamenti e si assiste progressivamente ad una trasformazione fisica, che muta il bambino in adulto. E così mentre le femminucce iniziano a patire i primi effetti ormonali del ciclo, i maschietti si dilettano a prendere coscienza delle potenzialità nascoste del proprio giocattolino. Non è poi così inusuale che i ragazzini inizino, tra un misto di imbarazzo e goliardia, a confrontarsi con i coetanei, imparando perfettamente a leggere le unità di misura. Inutile negarlo: se quel tipo di dimensioni resta un annoso problema, fonte di complessi, di perplessità e di qualche penosa delusione, specie nei rapporti con l’altro sesso, quando la paura di fallire, la celeberrima ansia da prestazione, annebbia qualunque forma di eccitazione, è altrettanto vero che si conferma, in qualunque parte del mondo, uno degli argomenti più gettonati nelle riunioni femminili.
A tal proposito, se fosse possibile porre un ordine alla miriade di bugie che per secoli le donne hanno rifilato ai rispettivi partner, spacciandole per verità assolute, un posto di primissimo piano di certo sarebbe occupato da “Tranquillo caro, le dimensioni non contano. L’importante nella vita è saperlo usare”.

Donne, giù la maschera! Le dimensioni valgono, eccome! Basta pensare alle nostre borse: più sono grandi e più ci affascinano. Il voler apparire poi al pari di una morigerata educanda ha alimentato per millenni alcune sciocche speranze maschili, illudendo quei poveretti di aver ottenuto una piccola rivalsa su una Madre Natura non propriamente benigna. 
In pratica, si andava delineando uno scenario della stessa consistenza di una bolla di sapone. E ciò sopravviveva sino a quando Lei, stufa di coltivare nel proprio orticello domestico il trito e ritrito fagiolino, non decideva di dedicarsi alla cura di un rigoglioso tronchetto della felicità. 

La crescente (e moderna) consapevolezza femminile, unita all’estinzione delle brave ragazze, hanno favorito un processo di svolta, un cammino in controtendenza, tale da porre dunque un freno alle baggianate professate dalla pudica donzella. Semplicemente, le donne hanno deciso di uscire allo scoperto. Infatti in una recente pubblicazione scientifica, realizzata dall’Australian National University, emerge come per le donne del Terzo Millennio certe dimensioni assumano una notevole rilevanza, tanto da costituire un discriminante, assieme all’altezza ed alla corporatura, nella valutazione finale in merito alle preferenze tra un partner ed un altro. Al campione femminile è stata sottoposta la visione di una serie di uomini virtuali, ovvero ricostruiti digitalmente in 3D, allo scopo di selezionare i soggetti maggiormente attraenti. Ora, la domanda sorge spontanea: perché questi benedetti studi scientifici vengono sempre effettuati in luoghi lontanissimi da dove vivo io e soprattutto,  perché non faccio mai parte di un simile campione rappresentativo?! Okay, le domande poste erano due, chiedo venia: mi son lasciata trasportare dalla foga.

Le ragioni per le quali una donna sia inconsciamente attratta da un tronchetto della felicità piuttosto che da un fagiolino sono sicuramente da ricercare nella credenza, secondo cui le maggiori dimensioni offrono un piacere fisico maggiore durante il rapporto. Oddio, non è che sia del tutto una credenza, eh! Però è pur vero che nella sessualità, uno degli organi non adeguatamente sfruttato si conferma sempre il cervello. Mai perdere la speranza, amiche mie! Vi assicuro che esistono uomini, che conoscono bene la differenza tra l’organo posto nella scatola cranica e quello localizzato fra le gambe. Tuttavia, vi sarete accorte più di me che l’amichetto nelle zone basse è notoriamente più onesto nell’esprimere le sue emozioni: se è felice, si vede!

Insomma, battuta a parte, cari uomini piantatela di misurarvelo tramite Condom Size! Non stupitevi troppo, mie lettrici. Lo so, ha dell’assurdo ma esiste un’app per iphone creata allo scopo.
Comunque, tornando a voi maschi: quando avrete deciso di superare la fase della pubertà, cercate di tenere allenata il più possibile la vostra materia grigia, scoprirete così come dedicare alla vostra partner nuove emozioni e nuovi brividi, in virtù di un’intesa nata dapprima mentalmente e poi fisicamente. La corresponsione di amorosi sensi sarà un cameo che nessun centimetro sarà mai in grado di avvalorare. Per tutto il resto c’è il Kamasutra, la cui corretta documentazione non è poi un gran peccato!

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