21 dic 2014

Sfidando Google Map

Mai avuto una particolare predisposizione per le storie facili. Son sempre stata una con la testa fra le nuvole, una romantica doc (tanto per intenderci).
Gli unicorni in cielo con annesse arpe e violini dal suono angelico rappresentavano il mio pane quotidiano. Fino a quando non ho provato nausea per me stessa ed ho deciso autonomamente di fare un’inversione ad U lungo la tangenziale dei miei fantasiosi ghiribizzi mentali.

Però l’arrivo dei social network nella mia esistenza ha rimesso in moto ingranaggi un po’ arrugginiti. Ebbene sì, sono stata dal principio ammaliata dalle loro straordinarie capacità comunicative: in pratica, hanno sortito su di me lo stesso effetto di un pungi indiano, utilizzato per incantare un ignaro serpente. E, come accade per quest’ultimo che, risvegliato dal sortilegio, reca addosso i segni inevitabili del disorientamento subìto, anche a me  è capitato di vagare in stato confusionale con un retrogusto amaro in bocca.

Tuttavia, questi moderni pungi conservano il vantaggio di metterti in relazione con persone talmente differenti, sia per cultura che per stili di vita, tanto che in molte occasioni assottigliano notevolmente le enormi distanze geografiche che si frappongono fra te ed il resto del mondo. Infatti, basta un leggero, quasi impercettibile, movimento del cursore sul display, seguito da un click e puoi magicamente aumentare i tuoi contatti on line, condividere l’impossibile, ma soprattutto rimuovere, bloccare, segnalare come individuo non gradito chiunque ti faccia girare i megabyte al punto di trasformarli in gigabyte!
Quanto bello sarebbe se nella real life tutto ciò fosse auspicabile? Tante noie sarebbero archiviate in meno di un nano secondo!

Ad ogni modo, la presenza di migliaia e migliaia di chilometri tra me ed un chicchessia, cerebralmente all’altezza delle mie aspettative, costituiva, all’inizio, un’opprimente maledizione che regolarmente mi si appioppava addosso. Con il trascorrere del tempo ed avendo inanellato una serie di vicissitudini (tutte da ridere con il senno del poi), ho decisamente modificato la mia prospettiva ed oggi sostengo con vibrante soddisfazione che la distanza è una benedizione!
Keep calm: sto per fornirvi una doverosa motivazione per la suddetta esclamazione, onde scongiurare comprensibili equivoci. Dopo un’attenta analisi con me stessa, in cui m’immaginavo distesa su uno di quei divani da studio psichiatrico, ho dovuto ammettere mio malgrado di avere un concreto limite nei rapporti a due: non riesco a coniugare il noi con l’io. Ciò significa che il mio essere indipendente cozza terribilmente con i compressi che in genere s’instaurano all’interno di una coppia. Sono una dallo spirito libero, che non ci pensa proprio ad accantonare le proprie passioni o rinunciare ai propri spazi a beneficio di una routine che presto o tardi sopraggiunge tra due persone. Quindi non createvi illusioni su di me: non sono perfetta! Se lo fossi mi chiamerei Barbie.


Pertanto, se prima nutrivo forti dubbi circa le relazioni a distanza, ora le supporto con un discreto entusiasmo. In fondo se bisogna credere alla leggenda che sia l’Amore, l’unico ed il solo sentimento, in grado di muovere i fili della nostra vita, allora perché non lasciarglielo fare interponendo una manciata di chilometri fra Lui e me?! Amarsi da vicino non è poi così complicato, ma pochi al mondo comprendono che l’Amore vero è anche un intreccio di piccole e sottili solitudini, che il più delle volte sono un vero e proprio toccasana per chi, come me, non teme l’assenza di una persona accanto. 

Fondamentalmente, s’impara ad accettare una lontananza quotidiana, in cui la mancanza del contatto profondo e tangibile con il proprio partner diventa un’arma a doppio taglio: ovvero, può avvantaggiare la crescita della coppia in sé, seppur da separati, oppure incorrere nel rischio di farla scoppiare ancor prima di tentare.
Ogni giorno si trasforma in una lotta tra quel fiducioso "nonostante tutto insieme!" e quell’insidioso "ma ne vale davvero la pena?" Beh, se vivete una storia a distanza e vi capita spesso di soffermarvi sul secondo punto, allora non avete bisogno di alcuna risposta. Non prendetevi ulteriormente in giro. Se nei sentimenti fossimo tutti muniti di un manuale di istruzioni pronti all’uso, vivremmo da prevedibili annoiati.
Non è poi così raro imbattersi in relazioni che sfidano google map, ignorando completamente le sue tortuose distanze territoriali. In esse s’investe, si costruisce, sostanzialmente non si smette di sognare. E, vista la realtà che si vive, non mi pare un elemento da porre in secondo piano. Forse è questo il segreto di una storia stabile e duratura: ossia che ogni distanza ha una sua fine, un termine, una scadenza, uno stop! Nutrirsi di belle parole, accontentarsi nei week end di fuggevoli incontri a tempo, concedersi momenti privati attraverso la benevole tecnologia rientrano tutti all’interno di un obiettivo comune: annullare presto ogni distanza fisica.

E’ verosimile che la separazione comporti nuove esperienze, nuove opportunità, nuove prospettive di vita talmente incisive da rimbalzare dapprima nella sfera individuale e successivamente  in quella a due. Le conseguenze di tali cambiamenti non sono oscure, in quanto si arriverà, dolenti o nolenti, comunque a chiedersi se esistono (ancora) i presupposti per sentirsi legati al proprio partner come nel passato. Osservare occhi in cui non ci si riconosce più rappresenta un rischio notevolmente elevato. Ecco, credo che una relazione a distanza sia un ottimo sistema per calibrare la veridicità dei rispettivi sentimenti e per soppesare la propria volontà nell’investire in essi. A mio parere, per quanto quest’ultimo possa essere rilevante, se un Amore merita di essere vissuto, nonostante le difficoltà che indubbiamente esistono, allora sarà faticoso star lontano da chi occupa un posto speciale nella propria vita. Provare per credere!
Gli stati d’animo che si attraversano sono eterogenei: si oscilla tra sensazioni talmente positive, in cui l’intero universo sembra legittimare la profondità delle emozioni che si condividono, a sensazioni così deprimenti, in cui i tuoi unici compagni di bisboccia sono Nostalgia e Solitudine.

Nella mia lunga esperienza di amori platonici, sbagliati e praticamente impossibili, durante i quali il destino ha potuto sbizzarrirsi su di me, ballando al ritmo di conga, qualche piccolo insegnamento l’ho appreso:
1. la lontananza conserva pur sempre il suo fascino;
2. Amore e libertà individuale possono convivere in equilibrio; 
3. ed infine, per assurdo che possa sembrare, si può vivere una storia a distanza pur essendo l’uno accanto all’altro.
Un antico proverbio africano recita così: “il cammino attraverso la foresta non è lungo se si ama la persona che si va a trovare”. Devo aggiungere altro?!

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