Il titolo prende spunto da una
consapevolezza maturata negli anni e che inevitabilmente emerge laddove mi
venga posto l’ambivalente quesito: esiste
l’amicizia tra uomo e donna?!
Sono pronta alle dure contestazioni, alle copiose smentite
ed alle diverse azioni che intraprenderete per smontare pezzo per pezzo la mia
asserzione, ma vi avviso: ho la testa dura e convincermi del contrario non sarà
un compito facile.
Personalmente, ho una certa competenza in materia di
amicizie: sono nata amica, nel senso
che son sempre stata prima etichettata come amica, poi come persona ed infine
come donna.
Fondamentalmente in me risiede l’inclinazione ad instaurare
rapporti, relazioni, socializzazioni con chiunque solletichi il mio interesse
ed avendo una natura conciliante, mi applico affinché il contatto sopravviva anche
nel lungo periodo. Piccola precisazione: questo avveniva prima che l’età adulta
mi avesse messo di fronte alla circostanza che non sempre si può essere
accondiscendente con gli amici e che differenziare i rapporti spesso è il
segreto per una duratura amicizia. Tali considerazioni mi hanno aiutata a
creare nuove basi da cui ripartire sia negli affetti consolidati e sia in
quelli ancora acerbi.
Pur
amando moltissimo la solitudine, devo confessare che a volte la compagnia di me
stessa diventa un tantino conflittuale, così per evitare inopportuni monologhi
solitari, che di certo non offrono alcun beneficio alla mia psiche già alquanto
inquieta, inizio ad organizzare delle vere e proprie occasioni d’incontro, dai
meeting per lo shopping alle cene in
allegria, al solo scopo di avere attorno gli amici di sempre, senza limiti o
tabù. D’altronde, l’amicizia è uno dei leit motiv della mia vita: non mi
vergogno nell’ammettere di aver concesso molto di me stessa più ad un amico che
non ad un amante. Ed è attraverso questa introspezione su me stessa che sono
giunta alla conclusione che l’amicizia tra uomo e donna, intesa come un
sentimento lodevole ed intimo che lega due persone, in realtà, è una pura
fantasia.
E lo affermo a ragion veduta: se si procedesse ad una
cernita delle mie amicizie, suddividendole tra maschi e femmine, salterebbe
subito agli occhi che le amicizie più “pesanti” sono rappresentate proprio da
quelle composte da uomini. La motivazione? Perché essi, una volta sublimata la
componente sessuale presente a livello inconscio sia da una parte che
dall’altra, mi trasmettono un maggior senso di stabilità e principalmente sono
meno complessati rispetto alle donne. All’inizio si trattava di un modo innocuo
per avvicinare questi esseri misteriosi e cercar di entrare nella loro mente
contorta, per comprenderne meglio i modi di pensare, gli atteggiamenti e
soprattutto gli approcci con il gentil sesso. Beh, dopo anni ed anni di tirocinio, ho scoperto che le donne sono
le aliene e gli uomini sono
semplicemente...umani.
Da qui ebbi l’illuminazione: ossia che, fisiologicamente
parlando, maschio e femmina sono del tutto incompatibili nel costruire
un’autentica amicizia con l’A maiuscola. In altre parole, la famosa regola dell’amico non funziona. Analizziamo
una delle principali motivazioni che contribuisce al sorgere di un’amicizia:
l’empatia, intesa sia a livello caratteriale che fisico. Le somiglianze e la
sintonia riscontrate in un potenziale amico accelerano un processo biochimico simile
all’attrazione fisica. Nel caso di individui appartenenti allo stesso sesso,
tale reazione passa in sordina; tutto il contrario di quanto avviene tra
individui di sesso opposto. Numerosi filosofi e psicologi, molto più illustri
di me, sostengono infatti che il sentimento dell’amicizia altro non è che un
surrogato dell’Amore e che spesso i valori ad esso associati, quali la fiducia,
la complicità, l’affetto, la comprensione, ne costituiscono le sue fondamenta.
Di conseguenza, non è così insolito che il rapporto fra
due amici (uomo-donna) si trasformi sino a sfociare col tempo in qualcosa di
più profondo, superando quei limiti inconsciamente stabiliti, liberando
passioni soffocate ed inespresse ed eludendo compromessi inizialmente
accettati. E tutto ciò, ahimè, nella maggior parte dei casi conduce
irrimediabilmente alla fine dell’amicizia. Sono rare, vere mosche bianche, le
situazioni in cui la relazione, nata a causa dell’amicizia e mutata poi in
amore, abbiano mostrato un finale da “vissero
felici e contenti”. Generalmente, si resta spiazzati, confusi, disorientati.
Ci si sente traditi dalla natura di
un sentimento complice ed esclusivo, dove il Tu e l’Io diventano tutt’uno
ed acquistano un’importanza differente rispetto al Noi della coppia.
Lui (e tu sai
che dico a te!) è il mio salvacondotto, il riflesso di me stessa, il mio fidanzato figo, il mio psicologo. La
persona che non conosce sorrisi di circostanza, che sa tenermi testa nelle
maratone di shopping, che riesce a dirmi “sei
ingrassata” senz’alcuna cattiveria, che mi accompagna alle mostre
culturali, che conosce perfettamente la differenza tra Zara ed H&M e che,
infine, è in grado di rosicare con stile ed eleganza se il mio partner incontra
i suoi gusti personali, senza mettersi in competizione con me.
Recentemente, molti aspetti nella mia vita non stanno
andando per il verso giusto, tanti sogni ridimensionati ed accantonati, tante vacue
aspettative e nessuna concretezza, ma Lui
in tutto questo scenario ha saputo farmi sorridere tra le lacrime, è riuscito a
proteggermi da me stessa e mi ha persino sostenuta a denti stretti anche
quand’era pienamente consapevole del mio ennesimo errore in amore.
L’inconveniente a tutto ciò è che poi finisci per cercare
lo stesso tipo di affinità che hai con Lui
in ogni uomo che ti capita davanti agli occhi. Ti scontri un po’ nella realtà
con quell’immagine di uomo che sdogana liberamente i propri sentimentalismi,
sensibile e premuroso, ritrovandoti invece la versione in carne ed ossa del
prototipo di prendi-una-donna-e-trattala-male
(Marco Ferradini docet!).
La verità nuda e cruda è che i rapporti di coppia si
degradano ad un ritmo incalzante, un po’ come se tutti noi soffrissimo di una
precoce eiaculazione amorosa. L’amicizia invece è un fiore che sboccia e vive
nonostante l’aridità del deserto emozionale che ci circonda.
Il mio profilo Facebook riporta una frase in
proposito che forse offre il senso, la giusta dimensione, ad un sentimento per
me così nobile:
“L'amicizia VERA è quando l'altro a cui
si è legati abita dentro di noi ed ospita il nostro abitare. E' quella che non
dimentichiamo. SENZA TEMPO”.
Uno dei più
grandi insegnamenti ricevuti da un caro amico...!
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