11 dic 2014

“Nei secoli Fedele…” (part one)


Una piccola premessa è doverosa farla: tutto ciò che leggerete nelle prossime righe, relativo a fatti, cose e persone non è puramente casuale. Anzi,  è tutto vero!

Il preambolo è più che mai indispensabile, visto che sto per cimentarmi in uno di quei percorsi tortuosi ma intriganti da cui è impossibile tornare indietro. Seguendo questa logica, vi offrirò una doppia visione dell’argomento, perché diverse saranno le riflessioni in merito.
 Curiosi, eh? Beh, sappiate che si tratta di una delle arti più antiche in cui gli uomini e le donne si son evoluti nel corso dei secoli, adattandosi oltremodo ai tempi, alle mode ed alle circostanze che la pratica richiedeva.
Signori e signore, prestate dunque la massima attenzione. Qualche secondo ancora di suspense… Via col rullo di tamburo ed ecco svelato l’arcano: l’ INFEDELTA.

RELAX!

Smettetela di guardare altrove, cercando di camuffare il panico attraverso quell’espressione da finti innocenti. Non ho intenzione di indagare sulla vostra capacità di esser o meno fedeli al proprio partner.
Suvvia, sarebbe poi del tutto sciocco nasconderlo: molti di noi (se non tutti) hanno da tempo appeso l’aureola al gancio e sviluppato un’ardente fantasia in proposito, tanto da rendere alibi, bugie, e scappatoie sempre più credibili ed annullare così ogni residuo di coscienza o senso di colpa.
Sì, perché oggi il tradimento è di moda: è una consuetudine che si ripete regolarmente come bere un bicchier d’acqua o respirare. E non è più un mistero, al contrario si ostenta, parlandone liberamente con gli amici del bar in una sorta di terapia spicciola (non scevra di dettagli piccanti) o come una forma di libera trasgressione in grado di restituire nuova vitalità al rapporto di coppia.

 In ogni esperienza raccolta, in ogni chiacchiera ascoltata, in ogni mea culpa confessato, un unico quesito si ripeteva con regolare costanza: tradiscono di più gli uomini o le donne?
Qualcuno mi spieghi se esiste anche lontanamente un barlume d’importanza che giustifichi la conoscenza della risposta! E’ forse una competizione soggetta a premi e cotillon? Perché se così fosse, occorrerebbe promuoverla un po’ meglio, visto che solo il 5% confessa seppur in forma anonima di esser fedifrago.
            
Oggi esser infedele può venir considerata un’attitudine: è sufficiente infatti fiutare l’occasione e gestirla con eleganza e discrezione. Ma si tratta anche di giocare con il proprio lato creativo: bandita la banalità sul “calcetto” o sull’estetista. Occorre reinventarsi, anche attraverso strategie ad hoc, che tengano conto di ogni minuzioso dettaglio e valutino le probabilità di successo/insuccesso. Insomma, ci vuol talento! O ce l’hai o non ce l’hai.

Ascoltare, osservare, dialogare, confrontarsi sia con i traditi che con i traditori (seriali o novizi) è stato come scoperchiare il vaso di Pandora: mi son trovata alla fine spesso davanti ad un groviglio di giustificazioni, opinioni e riflessioni condivisibili. Ed anche qui la linea di demarcazione tra uomo e donna è pressoché invisibile. E’ immediato infatti rilevare che entrambi son capaci di procurarsi una “botta e via” per: a) il puro desiderio di infrangere tabù sessuali; b) instaurare una relazione prolungata con il terzo incomodo a causa di un disperato bisogno di attenzioni ed affetto che scarseggia nel rapporto di coppia “ufficiale”.

Però, qualche luogo comune mantiene tuttora la sua rilevanza: Lui ad esempio continua senza sosta ad essere sensibile agli stimoli visivi tipici della figura femminile (tette/culo/cosce), mentre Lei mescola, confonde e cela la sua libido con il lato romantico. Sostanzialmente, la donna cerca una logica al suo far l’amore e l’uomo solo un posto dove farlo.
Si può disquisire a lungo sulle motivazioni che spingono l’uno o l’altra a scegliere l’infedeltà (perché è sempre una scelta), ma in tutta onestà bisogna ammettere che è tempo di levar le fette di prosciutto dagli occhi e prepararsi all'inevitabile.
Può infatti succedere a chiunque: nessuno n’è immune. La tecnologia ha poi contribuito a dismisura nel distorcere valori e convenzioni, oltre a suonare il Requiem per numerosi rapporti di coppia. Niente j’accuse contro i social network, per carità! Li frequento da molti anni e dai generi più disparati, un po’ perché sono sempre attratta da tutto ciò che è comunicazione, un po’ perché amo conoscere gente nuova e diversa da me: mi piace il confronto costruttivo. E la conseguenza diretta di ciò è stata di assistere sia alla loro gloriosa ascesa e sia alla loro miserevole decadenza. Se devo credere alla baggianata che Facebook e/o Twitter (solo per citare i due colossi più famosi) siano stati capaci di rovinare unioni “perfette”, beh allora posso anche credere alla non colpevolezza di Bill Clinton nel caso Lewinsky  e perché no, anche all’esistenza degli unicorni.
Tenete ben presente una cosa: il verme non intacca un frutto sano. D’altronde con i giusti presupposti, tutti cediamo alla tentazione. Ad esempio, le avances di un collega possono essere provvidenziali o pericolose, o entrambe, specie se giungono in un momento di particolare fragilità interiore. Ed in quel caso chi o cosa bisogna colpevolizzare, i social network o youporn?

La verità è una sola: tradiamo quando non siamo felici. E’ in quell’istante che ci si “guarda attorno”. E’ semplice! L’insoddisfazione o, più specificatamente, la noia, rappresentano le cause che maggiormente incidono sullo sgretolamento di una relazione. Eludere i problemi e la non comunicazione fra i partner costituiscono solo delle conseguenze della lenta agonia di un sentimento amoroso. Sentimento che va inteso come passionalità  nel rapporto e che si affievolisce dopo molti anni, conducendo a ricercare i brividi di eccitazione altrove. Quindi, non prendiamoci in giro giurando e spergiurando che a noi non potrà mai accadere. Siamo seduti su una bomba ad orologeria che presto o tardi farà il botto. Chi taglia il filo rosso? O è quello blu???  

To Be Continued…

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