6 gen 2015

Due Cuori...e una bilancia!

Due giorni fa passeggiavo per le vie del centro e la mia attenzione fu catturata da una strana coppia di quarantacinquenni o giù di lì. La stranezza consisteva nel fatto che, osservando sia lui che lei, non potevi non notare la diversità sia nei rispettivi modi di fare e sia nell’abbigliamento adottato. Una visione terrificante, lo ammetto.
            Lui presentava un look estremamente curato con immancabile ciuffo brizzolato da finto ribelle: mi pareva la parodia di uno di quei nuovi maschi metrosexual style molto in voga di recente, tenacemente ancorati a dei jeans simil leggins, la cui sola vista mi crea seri problemi di disorientamento sociale.
            Al contrario, sua nonna...Ops, scusate, volevo dire la sua compagna presentava nel complesso un outfit alquanto sciatto e talmente anonimo che per un secondo son stata tentata di donarle 50 centesimi, alla stregua di una qualsiasi mendicante al semaforo.
            Il primo pensiero che mi ha attraversato la mente di fronte a quei due soggetti così mal assortiti è stato il seguente: lui ha l’amante!


Cattiva, io? Forse. Sarà per questa ragione che mi ritrovo con una fornitura di cenere e carbone da consumare nel  lungo periodo?!
            Diamine, per una volta tanto, potrebbe qualcuna spiegarmi per quali oscuri motivi, dopo le nozze, si attraversa quella pericolosa mutazione che trasforma la maggior parte delle donne da Kate Middleton in Platinette? E pensare che siamo circondate, bombardate, stalkerate da una considerevole azione informativa, la cui principale funzione è quella di ricordarci quanto sia vitale non perdere mai di vista la propria femminilità.
Ma a dispetto di ciò, quasi come se si trattasse di una sfida tra noi e quel mondo patinato, gironzoliamo per casa con un riprovevole pigiama rosa in flanella, tappezzato da una miriade di cuoricini rossi. Un vero e proprio tripudio del kitsch. Un’immagine da far accapponare le piume persino a Cupido!
            Per assurdo che possa apparire, mi tocca ahimè far notare come ultimamente la trasandatezza di alcune donne accoppiate sia pari all’accozzaglia multicolor, proposta come must have dai tanti fashion blogger. Non se ne conoscono le ragioni, ma questa moda di apparire affianco del proprio partner come la sua colf si sta lentamente diffondendo a macchia d’olio. Non fraintendetemi: sostengo sempre il motto “meglio essere che apparire”, ma non si possono certo infrangere le basi elementari del buon gusto. Suvvia, anche al peggio c’è rimedio!

            Mi spiace ma, ogni volta che incrocio una tizia simile, mi sale su la stessa tristezza di quando vidi per la prima volta la scena in cui il cacciatore uccide la mamma di Bamby. Indossai per una settimana circa il tipico bottone nero, che fa molto Terronia style. Sarei pronta a rimettermi la spilla per ogni tuta di ciniglia, pigiama in pile e gambaletto color carne dovessi beccare lungo la mia strada e proclamare con voce strozzata che la femminilità è ufficialmente in lutto.
E la malinconia che mi assale non è esclusivamente legata alla sfera femminile, poiché anche gli uomini, oltrepassato il fatidico “”, irrimediabilmente seguono la stessa mutazione fisica: da Brad Pitt a Mauro Coruzzi, alias Platinette. Sì, sì, lo so. Ma non è colpa mia se è un modello unisex!

Comunque, al di là delle mie personalissime sensazioni, pare che questa trasformazione congiunta sia una conseguenza diretta della serenità e della felicità di coppia. Vi sembra incredibile? Eppure esiste una spiegazione scientifica. Infatti, l’Università di Dallas ha analizzato circa 160 coppie di sposi novelli, tenute per ben quattro anni in osservazione, da cui è stato possibile rilevare come il progressivo aumento di peso era facilmente riconducibile alla presenza di un sentimento profondo alla base del rapporto, ossia il vero amore .
            In sostanza, se da un lato la famigerata dea bendata li aveva baciati, regalando loro il partner per la vita, bello ed infiocchettato, dall’altro aveva sbirciato quel tanto che bastava per nasconder loro la bilancia. Ebbene sì, da innamorati si corre il rischio di fare a cazzotti con la propria forma fisica.

A legger poi la motivazione di come si giunga al concetto grasso e felice, ci si sente un po’ ridicoli, data la sua banalità. Secondo i ricercatori americani, infatti, la noncuranza della forma fisica nelle coppie innamorate deriva dalla sicurezza, insita in entrambi i coniugi, di piacersi indipendentemente dal packaging proposto. In parole povere, ci si adagia nel brodo di giuggiole.

Quindi, sulla base di tale analisi e ragionando sui dettagli osservati e riportati dalla sottoscritta in merito alla coppia over 40 di cui sopra, credo di poter affermare senz’alcuna possibilità di smentita che AVEVO RAGIONE! (Niente applausi, grazie).
A quanto pare, la sciatteria di uno contrapposta all’accuratezza dell’altro mostra evidenti segni di sofferenza e crisi della coppia. Pertanto, il soggetto che per primo si accorge di non credere più al progetto di vita in due, condiviso ed avallato secoli prima, sarà anche il primo a curare e mantenere costante la sua forma fisica, nella prospettiva di reinserirsi presto nel “mercato degli appetibili”.

Sarà pur vero che lo studio scientifico, realizzato in Texas, prende in esame abitudini, pregi e difetti propri della realtà americana, il cui stile di vita è spesso differente rispetto a quello che si registra negli altri paesi occidentalizzati, ma bisogna convenire sulla validità delle tesi emerse, purtroppo riscontrabili nella vita di tutti i giorni. E’ una dura lotta caratterizzata dal dilemma: felici ma grassi o magri e tristi?

E’ evidente come l’interrogativo sottintenda la difficoltà di gestire un preciso equilibrio esistenziale. Problematico, tuttavia, ma non impossibile: conosco per l’appunto due eccezioni, la cui capacità d’amare è inversamente proporzionale alla quantità di cibo assunta da entrambi. Abbandonate l’idea che si tratti del classico quadretto “felici ma inappetenti”, in quanto gli innamorati a cui mi riferisco sarebbero capaci di “onorare” un banchetto in grande stile, senza prendere un grammo di grasso. Metabolismo magico? Patto con il diavolo? Fortuna sfacciata? No, nulla di tutto questo. Si tratta semplicemente di due professionisti del fitness, tanto per intenderci due alieni, talmente innamorati da basare il loro stile di vita su due mantra basilari, quali il “non-fa-male-non-fa-male-non-fa-male”  ed il “se vuoi, puoi!”. Persone così danno un senso alla teoria della mela di Platone ed al vecchio adagio popolare che “Dio li fa e poi li accoppia” .

Comunque, i due piccioncini non sono altro che il risultato di un processo, iniziato molto tempo fa, in cui la parola wellness è entrata a far parte della nostra quotidianità al punto da rivoluzionare i nostri usi e consumi, ma anche a rallentare le mutazioni fisiche descritte in precedenza. Sicuramente il merito va ricercato nella massiccia campagna divulgativa, diffusa a metà degli anni ’90 ed incentrata sull’assioma: mens sana in corpore sano.

E che due palle! Ammettiamolo, su: non facevi neanche a tempo a guardarti intorno che venivi subito circondata da individui in canotta e pantaloncini che ti sbuffavano contro e scalpitavano ad un palmo di naso, manco se fossero i tori della corrida.
Però, osservare questi fanatici del fitness-ad-ogni-costo mi ha dannatamente resa consapevole del mio grado di maturazione anagrafica. Come in un battito di ciglia, il mio sguardo ammirato ha smesso di posarsi su aitanti sbruffoncelli ventenni ed ha iniziato a soffermarsi un po’ di più su avvenenti quarantenni dal capello leggermente brizzolato.
E se le cosiddette Milf (vi suggerisco Google per eventuali approfondimenti) sono ampiamente svincolate nell’immaginario erotico di Lui, tanto da aver abbandonato il contesto di nicchia, ed esser così divenute un vero e proprio fenomeno moderno, al contrario, poche sono le informazioni che circolano in merito alla loro contrapposta versione maschile, ovvero i Filfs (anche qui Google è un portento!).
Probabilmente il gap è causato dai soliti tabù che avvolgono la sfera sessuale femminile. Dopotutto le prime a sguazzare nei preconcetti siamo proprio noi donne. Guai a parlarne. Ma se la bocca tace, l’occhio languido si allunga ed i pensieri zozzi s’insinuano nelle menti femminili senz’alcuna distinzione di età. Eh sì, i Filfs  riscuotono successo anche tra le fanciulle più giovani. Molti sono i dettagli che concorrono ad aumentare il loro fascino; si veda quell’aria rassicurante che sembrano infondere, quel savoir-faire intrigante, quello sguardo malandrino da far sospirare e non poco; e che dire poi di quella raffinatezza nella scelta del dresscode, come se fossero appena scesi dalle passerelle di Pitti Uomo.
Lo confesso: io m’innamoro di uno così almeno tre volte nella stessa giornata. Per me, ad esempio, le code alle casse dei supermercati sono le più deleterie. Inizio quasi inconsapevolmente a girare dei veri e propri colossal mentali da fare invidia a Spielberg. Provvidenziale arriva la gomitata di quello in fila dietro di me, che mi riporta alla realtà perché blocco il flusso.
            E’ intuibile quanto la divagazione ironica venga da me adoperata per prender tempo, per rimandare l’inevitabile, per distrarre da quel punto di domanda rimasto per ora in sospeso.
            Assorbire ed ingurgitare le brutture della quotidianità è dunque il prezzo da pagare per quel “vissero felici e contenti”?


Onestamente.... spero proprio di no! Perché, al di là delle aspettative e dei desideri personali, ognuno di noi, quando ha per le mani il partner giusto, sogna una lunga vita a due il più possibile serena e la prospettiva di far concorrenza alla mucca della Milka non rappresenta di certo un incoraggiamento.
Pertanto, dedicatevi alla ricerca di divertenti occasioni per smaltire le calorie in eccesso. Sarà un’ulteriore opportunità per trascorrere maggior tempo assieme, divenuto sempre più un bene raro.
Insomma, l’importante è essere felici responsabilmente, quanto meno eviteremo di essere additate come cornute consapevoli.

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