Due giorni fa passeggiavo per
le vie del centro e la mia attenzione fu catturata da una strana coppia di
quarantacinquenni o giù di lì. La stranezza
consisteva nel fatto che, osservando sia lui che lei, non potevi non notare la diversità
sia nei rispettivi modi di fare e sia nell’abbigliamento adottato. Una visione
terrificante, lo ammetto.
Lui presentava
un look estremamente curato con immancabile ciuffo brizzolato da finto ribelle:
mi pareva la parodia di uno di quei nuovi maschi metrosexual style molto in voga di recente, tenacemente ancorati a
dei jeans simil leggins, la cui sola vista mi crea seri problemi di
disorientamento sociale.
Al contrario, sua
nonna...Ops, scusate, volevo dire la sua compagna presentava nel complesso
un outfit alquanto sciatto e talmente
anonimo che per un secondo son stata tentata di donarle 50 centesimi, alla
stregua di una qualsiasi mendicante al semaforo.
Il primo pensiero che mi ha attraversato la mente di
fronte a quei due soggetti così mal assortiti è stato il seguente: lui ha l’amante!
Cattiva,
io? Forse. Sarà per questa ragione che mi ritrovo con una fornitura di cenere e
carbone da consumare nel lungo periodo?!
Diamine, per
una volta tanto, potrebbe qualcuna spiegarmi per quali oscuri motivi, dopo le
nozze, si attraversa quella pericolosa mutazione che trasforma la maggior parte
delle donne da Kate Middleton in Platinette? E pensare che siamo
circondate, bombardate, stalkerate da una considerevole azione informativa, la
cui principale funzione è quella di ricordarci quanto sia vitale non perdere mai di vista la propria femminilità.
Ma a dispetto di ciò, quasi come se si trattasse di una sfida tra noi e quel
mondo patinato, gironzoliamo per casa con un riprovevole pigiama rosa in
flanella, tappezzato da una miriade di cuoricini rossi. Un vero e proprio
tripudio del kitsch. Un’immagine da
far accapponare le piume persino a Cupido!
Per assurdo che possa apparire, mi tocca ahimè far notare
come ultimamente la trasandatezza di alcune donne accoppiate sia pari all’accozzaglia
multicolor, proposta come must have dai
tanti fashion blogger. Non se ne conoscono le ragioni, ma questa moda di
apparire affianco del proprio partner come la sua colf si sta lentamente diffondendo a macchia d’olio. Non
fraintendetemi: sostengo sempre il motto “meglio
essere che apparire”, ma non si possono certo infrangere le basi elementari
del buon gusto. Suvvia, anche al peggio c’è
rimedio!
Mi spiace ma, ogni volta che incrocio una tizia simile,
mi sale su la stessa tristezza di quando vidi per la prima volta la scena in
cui il cacciatore uccide la mamma di Bamby. Indossai per una settimana circa il
tipico bottone nero, che fa molto Terronia
style. Sarei pronta a rimettermi la spilla per ogni tuta di ciniglia,
pigiama in pile e gambaletto color carne dovessi beccare lungo la mia strada e
proclamare con voce strozzata che la femminilità
è ufficialmente in lutto.
E la malinconia che mi assale non è esclusivamente legata
alla sfera femminile, poiché anche gli uomini, oltrepassato il fatidico “sì”,
irrimediabilmente seguono la stessa mutazione fisica: da Brad Pitt a Mauro
Coruzzi, alias Platinette. Sì, sì, lo
so. Ma non è colpa mia se è un modello unisex!
Comunque, al di là delle mie personalissime sensazioni,
pare che questa trasformazione congiunta sia una conseguenza diretta della serenità e della felicità di coppia. Vi sembra incredibile? Eppure esiste una
spiegazione scientifica. Infatti, l’Università di Dallas ha analizzato circa
160 coppie di sposi novelli, tenute per ben quattro anni in osservazione, da
cui è stato possibile rilevare come il progressivo aumento di peso era
facilmente riconducibile alla presenza di un sentimento profondo alla base del
rapporto, ossia il vero amore .
In sostanza, se da un lato la famigerata dea bendata li
aveva baciati, regalando loro il partner per la vita, bello ed infiocchettato, dall’altro
aveva sbirciato quel tanto che bastava per nasconder loro la bilancia. Ebbene
sì, da innamorati si corre il rischio di fare a cazzotti con la propria forma
fisica.
Quindi, sulla base di tale analisi e ragionando sui
dettagli osservati e riportati dalla sottoscritta in merito alla coppia over 40
di cui sopra, credo di poter affermare senz’alcuna possibilità di smentita che AVEVO RAGIONE! (Niente applausi, grazie).
A quanto
pare, la sciatteria di uno contrapposta all’accuratezza dell’altro mostra
evidenti segni di sofferenza e crisi della coppia. Pertanto, il soggetto che
per primo si accorge di non credere più al progetto di vita in due, condiviso
ed avallato secoli prima, sarà anche il primo a curare e mantenere costante la
sua forma fisica, nella prospettiva di reinserirsi presto nel “mercato degli
appetibili”.
Sarà pur
vero che lo studio scientifico, realizzato in Texas, prende in esame abitudini,
pregi e difetti propri della realtà americana, il cui stile di vita è spesso
differente rispetto a quello che si registra negli altri paesi occidentalizzati,
ma bisogna convenire sulla validità delle tesi emerse, purtroppo riscontrabili nella
vita di tutti i giorni. E’ una dura lotta caratterizzata dal dilemma: felici ma grassi o magri e tristi?
E’
evidente come l’interrogativo sottintenda la difficoltà di gestire un preciso
equilibrio esistenziale. Problematico, tuttavia, ma non impossibile: conosco per
l’appunto due eccezioni, la cui
capacità d’amare è inversamente proporzionale alla quantità di cibo assunta da
entrambi. Abbandonate l’idea che si tratti del classico quadretto “felici ma inappetenti”, in quanto gli innamorati
a cui mi riferisco sarebbero capaci di “onorare” un banchetto in grande stile, senza prendere un grammo di grasso. Metabolismo
magico? Patto con il diavolo? Fortuna sfacciata? No, nulla di tutto questo. Si
tratta semplicemente di due professionisti del fitness, tanto per intenderci due alieni, talmente innamorati da
basare il loro stile di vita su due mantra basilari, quali il “non-fa-male-non-fa-male-non-fa-male” ed il “se
vuoi, puoi!”. Persone così danno un senso alla teoria della mela di Platone ed al vecchio adagio
popolare che “Dio li fa e poi li accoppia” .
Comunque,
i due piccioncini non sono altro che il risultato di un processo, iniziato
molto tempo fa, in cui la parola wellness
è entrata a far parte della nostra quotidianità al punto da rivoluzionare i
nostri usi e consumi, ma anche a rallentare le mutazioni fisiche descritte in
precedenza. Sicuramente il merito va ricercato nella massiccia campagna
divulgativa, diffusa a metà degli anni ’90 ed incentrata sull’assioma: mens sana in corpore sano.
E che due
palle! Ammettiamolo, su: non facevi neanche a tempo a guardarti intorno che
venivi subito circondata da individui in canotta e pantaloncini che ti sbuffavano
contro e scalpitavano ad un palmo di naso, manco se fossero i tori della
corrida.
Però,
osservare questi fanatici del fitness-ad-ogni-costo
mi ha dannatamente resa consapevole del mio grado di maturazione anagrafica.
Come in un battito di ciglia, il mio sguardo ammirato ha smesso di posarsi su aitanti
sbruffoncelli ventenni ed ha iniziato a soffermarsi un po’ di più su avvenenti
quarantenni dal capello leggermente brizzolato.
E se le
cosiddette Milf (vi suggerisco Google
per eventuali approfondimenti) sono ampiamente svincolate nell’immaginario
erotico di Lui, tanto da aver abbandonato
il contesto di nicchia, ed esser così divenute un vero e proprio fenomeno
moderno, al contrario, poche sono le informazioni che circolano in merito alla
loro contrapposta versione maschile, ovvero i Filfs (anche qui Google è un portento!).
Probabilmente
il gap è causato dai soliti tabù che avvolgono la sfera sessuale femminile.
Dopotutto le prime a sguazzare nei preconcetti siamo proprio noi donne. Guai a
parlarne. Ma se la bocca tace, l’occhio languido si allunga ed i pensieri zozzi
s’insinuano nelle menti femminili senz’alcuna distinzione di età. Eh sì, i Filfs riscuotono successo anche tra le fanciulle più
giovani. Molti sono i dettagli che concorrono ad aumentare il loro fascino; si
veda quell’aria rassicurante che sembrano infondere, quel savoir-faire intrigante, quello sguardo malandrino da far sospirare
e non poco; e che dire poi di quella raffinatezza nella scelta del dresscode, come se fossero appena scesi
dalle passerelle di Pitti Uomo.
Lo
confesso: io m’innamoro di uno così almeno tre volte nella stessa giornata. Per
me, ad esempio, le code alle casse dei supermercati sono le più deleterie.
Inizio quasi inconsapevolmente a girare dei veri e propri colossal mentali da
fare invidia a Spielberg. Provvidenziale arriva la gomitata di quello in fila
dietro di me, che mi riporta alla realtà perché blocco il flusso.
E’ intuibile quanto la divagazione ironica venga da me
adoperata per prender tempo, per rimandare l’inevitabile, per distrarre da quel
punto di domanda rimasto per ora in sospeso.
Assorbire ed ingurgitare le brutture della quotidianità è
dunque il prezzo da pagare per quel “vissero
felici e contenti”?
Onestamente.... spero proprio di no! Perché, al di là
delle aspettative e dei desideri personali, ognuno di noi, quando ha per le
mani il partner giusto, sogna una lunga vita a due il più possibile serena e la
prospettiva di far concorrenza alla mucca della Milka non rappresenta di certo un incoraggiamento.
Pertanto, dedicatevi alla ricerca di divertenti occasioni
per smaltire le calorie in eccesso. Sarà un’ulteriore opportunità per
trascorrere maggior tempo assieme, divenuto sempre più un bene raro.
Insomma, l’importante
è essere felici responsabilmente, quanto
meno eviteremo di essere additate come cornute
consapevoli.
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