6 gen 2015

Tutta colpa di Morfeo


Ho qualche riserva nel trattare l’argomento di oggi. Non perché sia particolarmente complicato o insidioso, ma per gli effetti collaterali che ne scaturiranno dopo la lettura.
         Prevedo ahimè interrogatori serrati ai propri partner, installazione di videocamere in camera da letto, montaggio di specchi al soffitto, e così via. Infatti il tema che intendo dipanare riguarda il nostro modo di dormire, sostanzialmente come ci raggomitoliamo o come ci stravacchiamo fra le lenzuola, perché in base alle bizzarre posizioni, assunte fra le braccia di Morfeo, pare si possano dedurre alcune nostre peculiarità caratteriali, in particolare come ci rapportiamo con la vita in generale.

         Perciò, piantatela di studiare il perimetro della camera da letto con il solo scopo di individuare il punto ideale dove posizionare la cam. Riesco persino da qui a captare le vostre oscure elucubrazioni. Abbiate pietà del partner ed evitate di chiedergli di trascorrere una notte in bianco, solo perché la curiosità morbosa vi spinge verso un’osservazione più profonda del proprio io. Accantonate la richiesta per momenti più importanti e decisamente più consoni al concetto di “sacrificio”. 

          Dopo essermi documentata sull’argomento, ammetto di aver constatato, un tantino sconfortata, di quanto ogni giorno diventi più difficile conoscere a fondo una persona, o se stessi, in particolare. Non bastava la complessità della vita quotidiana ad ingarbugliare, secondo dopo secondo, i rapporti umani; adesso ci tocca pure stare attenti a come ci addormentiamo oppure osservare le movenze notturne della persona con cui scegliamo di condividere un letto e magari anche la colazione al mattina dopo.
         Proverò ad addentrarmi nella questione e qualora riscontraste qualcosa di discordante in merito alla vostra personalità, beh io so già verso chi bisogna puntare il dito: Morfeo! Fidatevi, è un perfetto capro espiatorio.
Con quel mazzo di papaveri, che usa per sfiorare le palpebre dei dormienti, crea delle realistiche illusioni oniriche. Pertanto, se egli detiene allo stato attuale la piena autonomia sulla qualità del nostro sonno, credo che si possano imputare a lui anche le discrepanze sulle posizioni assunte durante il medesimo. Potremmo operare una vera e propria class action. A tal proposito, sarà opportuno un riepilogo di tutti gli episodi di Law&Order!
         Tuttavia, non nascondo di essermi divertita parecchio nell’indagare sulle posizioni che inconsapevolmente si scelgono nel momento di completa resa al mondo, dove si sgretolano schemi, maschere e resistenze, adottate durante il giorno. D’altronde, Omero nell’Iliade ci mise in guardia, ancor prima dei celeberrimi Freud e Jung, sostenendo che “uomini e Dei parimenti piegano il capo al sonno sottomessi”.

Ho spulciato e lanciato più di un’occhiata sui diversi studi psicoanalitici redatti  sull’argomento: ammetto che il percorso e l’approfondimento si son rivelati piuttosto illuminanti, al punto di aver maggiormente compreso quali siano le mie debolezze ed i miei punti di forza.
Non che ne avessi bisogno. Non brancolo mica al buio: però, la novità consiste nel valutarli sotto un’altra forma di introspezione. Ad onor di cronaca, mi preme tranquillizzarvi sul fatto che per l’occasione non menzionerò alcuno studio americano. Onestamente, c’avevano un po’ stufato con quel tono da I-know-everything.
Comunque, la ricerca selezionata ha origine inglese ed è stata condotta dal professor Idzikowski (uh, ha un cognome più impronunciabile del mio!), per conto di una famosa catena alberghiera, su un campione di circa mille persone. Metodo d’indagine prescelto? Il buon vecchio e funzionale sondaggio, da cui è stato possibile ricavare ben sei posizioni, comuni a molti, che si prediligono durante il sonno.
Inoltre, lo studio ha messo in luce come, nella fase di abbandono tra le braccia di Morfeo, ognuno di noi lanci inevitabilmente dei messaggi subliminali attraverso il proprio corpo. Messaggi completamente differenti da quelli che si registrano in modalità “sveglio”: infatti, nella vita reale si tende a controllarli ed a volte anche a manipolarli a proprio vantaggio. A rigor del vero, sottolineo, senza celare una punta di orgoglio, la maestria del genere femminile!

Curiosi, eh? Scommetto che siete ansiosi di scoprire le famose sei posizioni. Va bene, va bene, adesso con calma ve le svelo. Mi raccomando, prendete nota. Se aveste inoltre bisogno dei disegnini, vi informo che in rete esistono delle bizzarre rappresentazioni di ciascuna posizione. E’ necessaria solo un po’ di buona volontà.
1.   Posizione Feto: la più amata dagli intervistati, soprattutto dalle donne (51%). Chi la sceglie mostra in apparenza un carattere duro ma che in realtà nasconde un animo sensibile e tendenzialmente timido. E’ abile nel mantenere un giusto equilibrio fra sentimenti di diffidenza e di apertura verso il prossimo.

2.  Posizione Tronco: persona estroversa e molto fiduciosa, dotata di una grande dote di socializzazione. Ama stare in mezzo agli altri (15%);

3. Posizione Bramoso: sono persone con la stessa prontezza decisionale di un motore diesel, nel senso che c’impiegano un po’ di tempo a decidersi (in verità, sono particolarmente diffidenti), ma una volta attuata la propria scelta non tornano indietro (13%);

4. Posizione Soldato: (8%) individui tranquilli e riservati, parecchio esigenti non solo verso se stessi ma anche verso gli altri;

5. Posizione Caduta Libera: riservata ai tipi nervosi, permalosi e suscettibili. Insomma, soggetti che vanno presi con le dovute cautele, anche se il primo istinto è quello di sopprimerli (desistete, sono solo il 7% !);

6. Posizione Stella Marina: è prediletta dalle persone che non amano i riflettori puntati addosso, ma che non disdegnano di offrire il proprio supporto a chi ne ha bisogno (5%, peccato che siano così esigui).

Badate bene che, una volta che il corpo seleziona la posizione più comoda per conciliare il sonno, difficilmente la modificherà, tendendo invece a preferirla lungo l’arco della vita. Ed è proprio quel particolare modo di dormire che merita attenzione, in quanto è inevitabilmente connesso con la vera personalità di ognuno e che potrebbe differire da quella esibita alla luce del sole. Insomma, sei convinta di coricarti assieme al dottor Jekyll ma in realtà rischi di svegliarti con Mr. Hyde. Confortante, non trovate?
Occorre però fare una precisazione: le conclusioni tracciate dal professor Idzikowski si basano esclusivamente su deduzioni ricavate dall’analizzare posizioni assunte singolarmente, quindi non comparate con quelle scelte in presenza di un eventuale partner.
Perché quando si è in due nel letto, miei cari lettori, le cose cambiano, eccome! La vicinanza e la condivisione di una parte della vita con un’altra persona, a quanto pare, rappresentano aspetti che condizionano molto il dolce dormire. E’ ciò che sostiene Evany Thomas, una sociologa americana (vi mancava il prezzemolino a stelle e strisce, vero?), nel suo libro The Secret Language of Sleep. Vi evito la traduzione del titolo in italiano, perché è così stravagante da sembrare una canzone degli Squallor!
Tuttavia, sia la Thomas e sia tutti gli altri psicoanalisti che l’hanno preceduta, tra la fine degli anni’70 e l’inizio degli anni ’80, sono giunti all’identico assioma: come ci si ama, così si dorme. Semplice, no?


Il letto è paragonato ad uno spazio esistenziale, in cui i partner sincronizzano involontariamente le loro posizioni, delineando così la natura del proprio rapporto di coppia. Come amiamo, come ci relazioniamo verso l’altro, come occupiamo lo spazio fra le lenzuola, diventano tutti elementi per comprendere meglio cosa s’intende per stare insieme. La posizione trasmette appunto l’entità dei nostri sentimenti e ciò che tentiamo di comunicare; persino i disaccordi, le discussioni, i “musi duri” contribuiscono a delimitare la superficie occupata. Ogni posizione onirica a due denota una sua naturale trasformazione. In pratica, da una situazione da cheek to cheek, dove la ricerca di un contatto ravvicinato diviene perlopiù istintiva, si passa alla fase io-sto-qua-tu-stai-là, ovvero ad un progressivo distacco fisico.

Su, su, non annuite così demoralizzati. Sappiate che tale lontananza non necessariamente è da ritenersi come la tomba dell’Amore. In realtà, potrebbe comunicare che la coppia ha raggiunto la sua stabilità sentimentale ed adesso cerca di riafferrare una propria individualità, senza per questo incrinare il rapporto. Pare infatti che le posizioni assunte durante questa fase siano più confacenti ai tratti caratteriali e non all’interpretazione che si vuol trarre dalla relazione. Pertanto, estrapolando separatamente le due circostanze, si può agevolmente sostenere che le coreografie degli amanti notturni tendono a:

1.         fusione/vicinanza (posizione del cucchiaio o dell’abbraccio): quando il contatto fisico genera emozioni, intimità, complicità, fiducia e desiderio sessuale. Non credo sia necessaria alcuna spiegazione, ma nel dubbio...meglio chiarire. In sostanza, quando i corpi, stesi su un fianco, sono perfettamente allacciati e Lui solitamente si posiziona alle spalle di Lei. L’alternativa è il classico abbraccio frontale. L’intensità poi che scaturisce dal gesto muta a seconda del livello di maturità della coppia: nel lungo periodo, ad esempio, coincide con sentimenti di protezione, attaccamento, possesso e paura di separarsi.

2.             Individualità/distacco: analizzando nel profondo, tale figura può costituire una forma di vero e proprio allontanamento emotivo dal partner. Un esempio è offerto dai piccoli calci o dal fastidioso russare che non fanno altro che incrementare la distanza tra i due. Invece, il dormire in posizione diagonale o il ritrovarsi con i piedi sul cuscino (poi se qualcuno gentilmente mi spiega come fa a capovolgersi durante il sonno, prometto di offrire una pizza) sta ad indicare la volontà della coppia di proseguire su strade opposte.

Ora fate un po’ come vi pare. La notte è fredda ed in questo momento ho solo un unico desiderio: abbracciare il mio piumone.....e farmi travolgere da Morfeo.

Have a goodnight!

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