Ho qualche riserva nel trattare
l’argomento di oggi. Non perché sia particolarmente complicato o
insidioso, ma per gli effetti collaterali che ne scaturiranno dopo la lettura.
Prevedo ahimè interrogatori serrati ai propri partner,
installazione di videocamere in camera da letto, montaggio di specchi al
soffitto, e così via. Infatti il tema che intendo dipanare riguarda il nostro
modo di dormire, sostanzialmente come ci raggomitoliamo o come ci stravacchiamo
fra le lenzuola, perché in base alle bizzarre posizioni, assunte fra le braccia
di Morfeo, pare si possano dedurre alcune nostre peculiarità caratteriali, in
particolare come ci rapportiamo con la vita in generale.
Perciò, piantatela di studiare il perimetro della camera da
letto con il solo scopo di individuare il punto ideale dove posizionare la cam.
Riesco persino da qui a captare le vostre oscure elucubrazioni. Abbiate pietà
del partner ed evitate di chiedergli di trascorrere una notte in bianco, solo
perché la curiosità morbosa vi spinge verso un’osservazione più profonda del
proprio io. Accantonate la richiesta per momenti più importanti e decisamente
più consoni al concetto di “sacrificio”.
Dopo essermi
documentata sull’argomento, ammetto di aver constatato, un tantino sconfortata,
di quanto ogni giorno diventi più difficile conoscere a fondo una persona, o se
stessi, in particolare. Non bastava la complessità della vita quotidiana ad
ingarbugliare, secondo dopo secondo, i rapporti umani; adesso ci tocca pure
stare attenti a come ci addormentiamo oppure osservare le movenze notturne della
persona con cui scegliamo di condividere un letto e magari anche la colazione
al mattina dopo.
Proverò ad addentrarmi nella questione e qualora
riscontraste qualcosa di discordante in merito alla vostra personalità, beh io
so già verso chi bisogna puntare il dito: Morfeo!
Fidatevi, è un perfetto capro espiatorio.
Con quel mazzo di papaveri, che usa
per sfiorare le palpebre dei dormienti, crea delle realistiche illusioni
oniriche. Pertanto, se egli detiene allo stato attuale la piena autonomia sulla
qualità del nostro sonno, credo che si possano imputare a lui anche le
discrepanze sulle posizioni assunte durante il medesimo. Potremmo operare una
vera e propria class action. A tal
proposito, sarà opportuno un riepilogo di tutti gli episodi di Law&Order!
Tuttavia, non nascondo di essermi divertita parecchio nell’indagare
sulle posizioni che inconsapevolmente si scelgono nel momento di completa resa
al mondo, dove si sgretolano schemi, maschere e resistenze, adottate durante il
giorno. D’altronde, Omero nell’Iliade ci mise in guardia, ancor prima dei
celeberrimi Freud e Jung, sostenendo che “uomini
e Dei parimenti piegano il capo al sonno sottomessi”.
Ho
spulciato e lanciato più di un’occhiata sui diversi studi psicoanalitici
redatti sull’argomento: ammetto che il
percorso e l’approfondimento si son rivelati piuttosto illuminanti, al punto di
aver maggiormente compreso quali siano le mie debolezze ed i miei punti di
forza.
Non che ne avessi bisogno. Non brancolo mica al buio: però, la novità
consiste nel valutarli sotto un’altra forma di introspezione. Ad onor di
cronaca, mi preme tranquillizzarvi sul fatto che per l’occasione non menzionerò
alcuno studio americano. Onestamente, c’avevano un po’ stufato con quel tono da
I-know-everything.
Comunque,
la ricerca selezionata ha origine inglese ed è stata condotta dal professor Idzikowski
(uh, ha un cognome più impronunciabile
del mio!), per conto di una famosa catena alberghiera, su un campione di
circa mille persone. Metodo d’indagine prescelto? Il buon vecchio e funzionale
sondaggio, da cui è stato possibile ricavare ben sei posizioni, comuni a molti,
che si prediligono durante il sonno.
Inoltre, lo studio ha messo in luce come,
nella fase di abbandono tra le braccia di Morfeo, ognuno di noi lanci
inevitabilmente dei messaggi subliminali attraverso il proprio corpo. Messaggi
completamente differenti da quelli che si registrano in modalità “sveglio”:
infatti, nella vita reale si tende a controllarli ed a volte anche a
manipolarli a proprio vantaggio. A rigor del vero, sottolineo, senza celare una
punta di orgoglio, la maestria del genere femminile!
Curiosi,
eh? Scommetto che siete ansiosi di scoprire le famose sei posizioni. Va
bene, va bene, adesso con calma ve le svelo. Mi raccomando, prendete nota. Se
aveste inoltre bisogno dei disegnini, vi informo che in rete esistono delle
bizzarre rappresentazioni di ciascuna posizione. E’ necessaria solo un po’ di
buona volontà.
1. Posizione
Feto:
la più amata dagli intervistati, soprattutto dalle donne (51%). Chi la sceglie
mostra in apparenza un carattere duro ma che in realtà nasconde un animo
sensibile e tendenzialmente timido. E’ abile nel mantenere un giusto equilibrio
fra sentimenti di diffidenza e di apertura verso il prossimo.
2. Posizione
Tronco: persona estroversa e molto fiduciosa, dotata di una grande
dote di socializzazione. Ama stare in mezzo agli altri (15%);
3. Posizione
Bramoso: sono persone con la stessa prontezza decisionale di un
motore diesel, nel senso che c’impiegano un po’ di tempo a decidersi (in
verità, sono particolarmente diffidenti), ma una volta attuata la propria
scelta non tornano indietro (13%);
4. Posizione
Soldato: (8%) individui tranquilli e riservati, parecchio esigenti
non solo verso se stessi ma anche verso gli altri;
5. Posizione
Caduta Libera: riservata ai tipi nervosi, permalosi e
suscettibili. Insomma, soggetti che vanno presi con le dovute cautele, anche se
il primo istinto è quello di sopprimerli (desistete,
sono solo il 7% !);
6. Posizione
Stella Marina: è prediletta dalle persone che non amano i
riflettori puntati addosso, ma che non disdegnano di offrire il proprio
supporto a chi ne ha bisogno (5%, peccato
che siano così esigui).
Badate
bene che, una volta che il corpo seleziona la posizione più comoda per
conciliare il sonno, difficilmente la modificherà, tendendo invece a preferirla
lungo l’arco della vita. Ed è proprio quel particolare modo di dormire che
merita attenzione, in quanto è inevitabilmente connesso con la vera personalità di ognuno e che
potrebbe differire da quella esibita alla
luce del sole. Insomma, sei convinta di coricarti assieme al dottor Jekyll ma
in realtà rischi di svegliarti con Mr.
Hyde. Confortante, non trovate?
Occorre
però fare una precisazione: le conclusioni tracciate dal professor Idzikowski si
basano esclusivamente su deduzioni ricavate dall’analizzare posizioni assunte singolarmente, quindi non comparate con
quelle scelte in presenza di un eventuale partner.
Perché
quando si è in due nel letto, miei cari lettori, le cose cambiano, eccome! La
vicinanza e la condivisione di una parte della vita con un’altra persona, a
quanto pare, rappresentano aspetti che condizionano molto il dolce dormire. E’
ciò che sostiene Evany Thomas, una sociologa americana (vi mancava il prezzemolino a stelle e strisce, vero?), nel suo
libro The Secret Language of Sleep.
Vi evito la traduzione del titolo in italiano, perché è così stravagante da
sembrare una canzone degli Squallor!
Tuttavia,
sia la Thomas e sia tutti gli altri psicoanalisti che l’hanno preceduta, tra la
fine degli anni’70 e l’inizio degli anni ’80, sono giunti all’identico assioma:
come ci si ama, così si dorme.
Semplice, no?
Il
letto è paragonato ad uno spazio esistenziale, in cui i partner sincronizzano
involontariamente le loro posizioni, delineando così la natura del proprio
rapporto di coppia. Come amiamo, come ci relazioniamo verso l’altro, come
occupiamo lo spazio fra le lenzuola, diventano tutti elementi per comprendere meglio
cosa s’intende per stare insieme. La posizione trasmette appunto
l’entità dei nostri sentimenti e ciò che tentiamo di comunicare; persino i
disaccordi, le discussioni, i “musi duri” contribuiscono a delimitare la
superficie occupata. Ogni posizione
onirica a due denota una sua naturale trasformazione. In pratica, da una
situazione da cheek to cheek, dove la
ricerca di un contatto ravvicinato diviene perlopiù istintiva, si passa alla
fase io-sto-qua-tu-stai-là, ovvero ad
un progressivo distacco fisico.
Su, su,
non annuite così demoralizzati. Sappiate che tale lontananza non necessariamente
è da ritenersi come la tomba dell’Amore.
In realtà, potrebbe comunicare che la coppia ha raggiunto la sua stabilità
sentimentale ed adesso cerca di riafferrare una propria individualità, senza
per questo incrinare il rapporto. Pare infatti che le posizioni assunte durante
questa fase siano più confacenti ai tratti caratteriali e non
all’interpretazione che si vuol trarre dalla relazione. Pertanto, estrapolando
separatamente le due circostanze, si può agevolmente sostenere che le coreografie degli amanti notturni
tendono a:
1. fusione/vicinanza
(posizione del cucchiaio o dell’abbraccio): quando il contatto
fisico genera emozioni, intimità, complicità, fiducia e desiderio sessuale. Non
credo sia necessaria alcuna spiegazione, ma nel dubbio...meglio chiarire. In
sostanza, quando i corpi, stesi su un fianco, sono perfettamente allacciati e Lui solitamente si posiziona alle spalle
di Lei. L’alternativa è il classico
abbraccio frontale. L’intensità poi che scaturisce dal gesto muta a seconda del
livello di maturità della coppia: nel lungo periodo, ad esempio, coincide con
sentimenti di protezione, attaccamento, possesso e paura di separarsi.
2. Individualità/distacco: analizzando nel profondo, tale figura
può costituire una forma di vero e proprio allontanamento emotivo dal partner.
Un esempio è offerto dai piccoli calci o dal fastidioso russare che non fanno
altro che incrementare la distanza tra i due. Invece, il dormire in posizione
diagonale o il ritrovarsi con i piedi sul cuscino (poi se qualcuno gentilmente mi spiega come fa a capovolgersi durante il
sonno, prometto di offrire una pizza) sta ad indicare la volontà della
coppia di proseguire su strade opposte.
Ora
fate un po’ come vi pare. La notte è fredda ed in questo momento ho solo un
unico desiderio: abbracciare il mio piumone.....e farmi travolgere da Morfeo.
Have a goodnight!
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