8 gen 2015

FLASH MOB: quando stupire diventa arte


Ho una confessione da fare.
Io adoro i flash mob! Ne sono irrimediabilmente attratta. Tutte le volte che me ne passa uno davanti io m’incanto. Sì, sì, ho proprio un’espressione ridicola sulla faccia, un po’ come quella di Yoghi davanti ad un barilotto di miele.

Le ragioni di questo amore incontrollato sono allo stato attuale del tutto ignote. 
Forse per l'immagine che il flash mob trasmette, ovvero na caciara coordinata e divertente. O magari per quel brivido elettrizzante che attraversa tutti, partecipanti e non, appena la musica si diffonde nell'aria. O, molto più semplicemente, amo i flash mob per quell'assurdo e personalissimo desiderio di voler fare due passi aggraziati, senza essere additata come un mammut in un negozio di Swarovski.

E si perchè a me, fondamentalmente, ballare piace. O meglio: piacerebbe! Ma son negata. In più, la paura di sembrare ridicola o patetica ha sempre rappresentato un favoloso deterrente. Così battevo il piede di nascosto e rifuggivo con lo sguardo la pista da ballo.
La consapevolezza, inoltre, di non poter mai diventare un'etoile in piena regola è stata per me fonte di ispirazione, spingendomi ad ironizzare un po' più su me stessa, giocando sui miei limiti ed i miei difetti.
La comparsa sulle scene di Maria De Filippi e delle su improbabili coreografie ha notevolmente migliorato il mio umore. Non mi sentivo più sola. Maria è riuscita laddove nessuno si era mai spinto, ossia farmi credere di
non essere l'unica imbranata sulla Terra!


Comunque, ammetto che ogni tanto fantastico ancora. Magari in una vita passata, mi è stata concessa l’opportunità di danzare leggiadra e delicata come una farfalla tanto da affascinare e sedurre il pubblico convenuto. Elefante...farfalla...confesso che in questo momento mi sento molto Zarrillo!

Tornando a noi: sapete cosa é un flash mob? D’accordo, d’accordo, lo spiego a quei tre o quattro di che ne ignorano l’esistenza e son convinti di vivere meglio non avendone mai visto uno, nemmeno per sbaglio su Youtube.
Sostanzialmente, si da vita ad un flash mob quando un gruppo di persone, apparentemente disaggregati fra loro, si riuniscono all’improvviso in uno spazio pubblico, allo scopo di inscenare un’azione comune, coreografica ed armonizzata, per poi dileguarsi tra la folla come se niente fosse. Il reclutamento in genere avviene grazie ad un tam tam  collettivo e continuo che si propaga sul web (social, sms, email), attraverso il quale si rendono noti agli eventuali partecipanti i dettagli e le regole da seguire affinché l’evento venga preparato nel migliore dei modi.

        
L’obiettivo perseguito dagli organizzatori di un flash mob é quello di creare spettacolo e divertimento, ma soprattutto stupire.

Girovagando un po’ sul web, ad esempio, ho scoperto che esistono diverse categorie di flash mob e ciascuna di essa rispecchia un disegno ben preciso. Pertanto, si può assistere ad un frozen flash mob, quando le persone che, fino a qualche secondo fa ti camminavano accanto, d’un tratto si fermano e restano immobili per una manciata di minuti, congelando il momento. L’inizio e la fine è scandito da un segnale acustico. Oppure, ci si ritrova nel bel mezzo di un silent flash mob: nel completo stupore dei passanti, un certo numero di persone, dotate di auricolari o cuffie, ballano sulle note di ciò che il loro ipod propone. Per la buona riuscita del momento, la musica scelta sarà differente per ognuno di loro e di conseguenza risulteranno disomogenee anche le relative coreografie. La scena, che si presenterà, sarà alquanto singolare: maggiore è infatti la loro capacità di isolarsi da ciò che li circonda e maggiore sarà la meraviglia che crescerà negli occhi del pubblico che li osserva. Inoltre si può essere catapultati all’interno di un human mirror (coppie di gemelli omozigoti che interpretano situazioni simmetriche) o esser testimoni inconsapevoli di un massive flash mob (migliaia di persone si radunano nello stesso posto, che può essere una piazza o un monumento, e compiono simultaneamente un’azione collettiva, incentrata sul ballo o sul canto). Com’è facile intuire, questi ultimi sono anche i più difficili da organizzare, proprio per la complessità insita nel convocare un gran numero di persone e poterle in qualche modo gestire contemporaneamente. Però, sono anche gli eventi che offrono un colpo d’occhio straordinario e di sicuro impatto mediatico. E’ praticamente impossibile che passino inosservati.

    Youtube rappresenta una vera e propria memoria vivente, in grado di far risaltare in video il meglio o il peggio che la mente umana possa partorire. Se digiterete le due paroline dall’assonanza così british nella barra di ricerca, vi si spalancherà davvero un mondo, perlopiù popolato da una quantità infinita di tributi musicali dedicati all’indiscusso e compianto re del pop, Micheal Jackson. Credetemi, molti di essi provocano letteralmente la pelle d’oca per la perfetta esecuzione coreografica e per l’armonia espressa nelle movenze. Jacko ne sarebbe più che orgoglioso. Poi ci sono gli altri video dal retrogusto tipicamente homemade da far scompisciare dalle risate chiunque, persino  gli zombie di The Walking Dead.

 L’atmosfera prettamente nostalgica ed evocativa di simili flash mob si ripete anche nei tributi musicali riservati a Madonna, ove si ripropone il best of della sua carriera dance in un tripudio di croci, corsetti di pizzo e gonne di tulle. La visione è altamente sconsigliata a chi come me ha "na certa" e non ama particolarmente essere preda di vecchie reminescenze adolescenziali, tali da originare un magone grande quanto un supplì e quindi difficile da mandar giù!


Simili eventi hanno prodotto un ragguardevole effetto domino in ogni settore del globo terrestre. L'interesse ha solleticato curiosità e la curiosità ha originato attenzione. 
Alla fine quasi non ti rendi conto di aver compiuto virtualmente il giro del mondo in meno di un'ora...guardando semplicemente flash mob. Ogni video mantiene la sua unicità ed identità culturale. Ma anche le finalità variano in base alla natura del prodotto realizzato.
Pertanto, non stupisce che l'Unicef Italia nel 2009 abbia realizzato in contemporanea su 30 piazze italiane un flash mob dal chiaro intento pacifista.
Allo stesso modo suscita partecipazione e tenerezza quello organizzato nel 2013 a Rio de Janeiro, in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù, in cui 1200 vescovi e circa 3 milioni di persone eseguirono la più gigantesca coreografia umana. Tuttora l'evento detiene il record del maggior numero di mobbers presenti quel giorno.


 E dopo il sacro, aggiungo il mio profano. Infatti, i flash mob che più appassionano, perché ravvedo in essi della vera e propria arte, sono quelli realizzati dalla T-Mobile, un operatore di telefonia mobile che raggruppa al suo interno società sussidiarie alla Deutsche Telekom. Qui, il fine è totalmente lucroso (che-ve-lo-dico-a-fare?!), ma la bellezza dei cortometraggi realizzati posiziona la T-Mobile al numero uno della mia ipotetica classifica personale.
Le location variano a seconda delle caratteristiche urbanistiche: così la street station di Liverpool si trasforma in una festosa ballroom, dove si fa fatica ad identificare chi siano i mobbers e chi gli spettatori; migliaia di persone in Trafalgar Square (Londra), danno vita, con l’ausilio di microfoni ed uno schermo gigante, ad un mega karaoke che intona le note leggendarie di Hey Jude dei Beatles. Ma, in assoluto, quello che più mi ha emozionata, e mi ha in pratica spinta a battere ritmicamente pure l’altro piede, è stato il video realizzato all’aeroporto di Heathrow, terminal 5 (arrivi internazionali), dove, a turno e cambiando più volte genere musicale, diverse persone confuse nella folla cantano il welcome back a coloro che escono dal gate. La cosa più sorprendente è che la musica che si ascolta in sottofondo è interamente prodotta “a cappella” dai protagonisti. Roba da brividi lungo la schiena, credetemi!
         

 Intrattenimento, allegria, sentimento, emozione, arte: tutto contribuisce a creare un flash mob di successo e nell’era 2.0, in cui molto spesso tali sensazioni passano in sordina, a causa di un ritmo di vita esageratamente veloce da fagocitare ogni istante, c’è chi si ferma e decide di aggiungere un significato nuovo a qualcosa di tradizionale.
         


   Tenetevi forte: oggi  per essere veramente cool, la wedding proposal (la proposta di matrimonio) si organizza via flash mob. Il romanticismo moderno è interamente affidato ad agenzie specializzate a far sciogliere in lacrime la futura sposa ed a far ballare il più impacciato tra i promessi sposi. Certo, dopo aver a lungo cercato sul web ed aver visto un paio di video in proposito, il dubbio che siano tutti uguali assale.
Ed irrimediabilmente ti si gonfiano due mongolfiere così, ogniqualvolta ascolti la squillante voce di Bruno Mars cantare Marry You, riproposta in ogni singola sequenza video. La fantasia spazierà pure in coreografie differenziate, ma si blocca decisamente in ambito musicale.

 Se avete dunque in mente di convolare a giuste nozze in un futuro più che prossimo, e non provate alcuna vergogna nello sgambettare su una pubblica piazza o al centro di un affollato centro commerciale, bene, almeno voi, ripeto, almeno voi siate più originali nell’ottenere quel fatidico “sì”.
 Secondo me, la De Filippi vi apre pure le porte della scuola di Amici.
Nella peggiore delle ipotesi, scamperete un matrimonio ma sarete pronti per un musical....FORSE!

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