Presto o tardi, sia che si
tratti di una singola circostanza o di un concatenarsi di avvenimenti ripetuti
nel tempo, la nostra umana esistenza è inevitabilmente sottomessa ad una moltitudine di inquietudini, contraddizioni ed insicurezze, che follemente sopportiamo
pur di abbracciare quello stato di felicità aleatoria denominato innamoramento.
Siamo veramente strani
noi umani: amiamo e c’illudiamo che sia per sempre; sogniamo l’Amore e, travolti dall'incoscienza, ci
buttiamo nella mischia alla ricerca di quella metà che dovrebbe completarci.
Sì, siam strani perché laddove non esiste neanche l’ombra di una storia
possibile, scegliamo di inventarcela, alternando la passione all'ossessione.
Ma
il culmine della bizzarria arriva con gli amori ritardati, ovvero quelli che non guardano l’orologio, quelli
che non hanno alcuna concezione del tempo che scorre, quelli che arrivano come
un fulmine a ciel sereno, indipendentemente dal fatto che tu ne sia vittima o
destinatario.
Gli amori ritardati non
sono altro che gli amori in cui non s’intravede la benché minima corresponsione
di amorosi sensi. Sono quelli che
insegnano il significato profondo di trascorrere una notte in bianco, di fissare un soffitto a vuoto e perdersi in oscuri
pensieri, spesso dei veri e propri percorsi mentali da cui diventa arduo distinguere il capo
dalla coda.
Eccome se li conosco! Per anni ne sono stata la regina. Ero talmente brava nel collezionarli da venirne attratta quasi in maniera automatica.
Andrè, protagonista maschile di Lady Oscar, fu il mio primo amore non corrisposto. Seguirono poi in ordine Kim Rossi Stuart in Fantaghirò e Dylan McKay in Beverly Hills 90210.
Lo so 😒: la mia fu un’adolescenza traviata e difficile. Vi diverto con poco, vero?
Comunque, non impiegai molto tempo nel traghettare questa attitudine anche nella realtà.
E’ stata dura ammetterlo ma ero dotata di una speciale calamita per gli amori decisamente impossibili!
Poi un giorno, mentre mi crogiolavo per l’ultimo amore sfigato in ordine di tempo, con la mente affollata da mille interrogativi ed incertezze, mi tornarono in mente i versi di una vecchia canzone di Paoli - “Mi sono innamorato di te, perché non avevo niente da fare. Il giorno volevo qualcuno da incontrare. La notte volevo qualcuno da sognare...”.
Fu un
fulmine a ciel sereno. Ecco la verità, nient’altro che la verità:
non avevo niente da fare!
Siamo onesti: la maggior parte degli amori non ricambiati
nascono esclusivamente da un sogno. Un sogno talmente ben costruito, talmente
ben riuscito, da divenire concime per quel genere di sentimenti, dove un gesto
innocuo, uno sguardo innocente o un sorriso amichevole si trasformano in un
dannoso interrogativo: e se fosse amore?!
S’impara presto a convivere con la paura del rifiuto amoroso e nei casi estremi si tende anche a perdere l’obiettività necessaria per comprendere quando è il momento di fermarsi e ricominciare a vivere per se stessi e non per l’altro.
La totale assenza di regole nei rapporti sentimentali rende lo scenario piuttosto attraente. E così il mancato incoraggiamento della controparte contribuisce ad alimentare un meccanismo noto, più volte romanzato in film e racconti di successo: ovvero, l'insidioso desiderio di conquistare una persona irraggiungibile.
Aggiudicarsi l’oggetto proibito costituisce dunque la vera e propria sfida verso se stessi e ci s’inoltra così in un labirinto lungo e complicato.
"Il giorno volevo qualcuno da incontrare. La
notte volevo qualcuno da sognare..." In parole povere, si trascorre buona parte del
tempo (se non tutto) ad idealizzare quest’amore a senso unico,
proprio perché non si ha nulla da fare,
con un conseguente dispendio di energie ed emozioni.
Il confine che delimita la delusione da un brusco risveglio e la credenza di poter vivere una favola senza paragoni è pressoché sottile. In entrambi i casi le conseguenze potrebbero essere disastrose ed alla fine non resterà che raccogliere inevitabilmente i cocci di una storia mai vissuta.
Accantonando la fase personale sugli amori ritardati, a cui fortunatamente ho posto fine urlando al tipo che osava rifiutarmi – “Non sai che ti perdi!” in un rinnovato guizzo di orgoglio e dignità, credo che sia piuttosto evidente l’inesistenza di un protocollo valido da seguire in queste occasioni. L’imprevedibilità che domina tali situazioni accentua la loro soggettività.
In sostanza, per alcuni potrebbero davvero tratteggiarsi i contorni di una favola romantica; per altri invece quelli di una passione tormentata e senza sbocco.
Il confine che delimita la delusione da un brusco risveglio e la credenza di poter vivere una favola senza paragoni è pressoché sottile. In entrambi i casi le conseguenze potrebbero essere disastrose ed alla fine non resterà che raccogliere inevitabilmente i cocci di una storia mai vissuta.
Accantonando la fase personale sugli amori ritardati, a cui fortunatamente ho posto fine urlando al tipo che osava rifiutarmi – “Non sai che ti perdi!” in un rinnovato guizzo di orgoglio e dignità, credo che sia piuttosto evidente l’inesistenza di un protocollo valido da seguire in queste occasioni. L’imprevedibilità che domina tali situazioni accentua la loro soggettività.
In sostanza, per alcuni potrebbero davvero tratteggiarsi i contorni di una favola romantica; per altri invece quelli di una passione tormentata e senza sbocco.
Ignoro le
motivazioni di ordine psicologico che spingano una persona a crearsi un amore
di questo tipo, anche se non ci vuole certo un genio per intuire che esse vanno
ricercate nelle lacune affettive di
un individuo; o anche nella difficoltà di confrontarsi e costruire un rapporto
maturo con l’altro a causa di un’autostima ai minimi storici.
Ciò che si tende spesso a sottovalutare è che un amore ritardato reca sempre con sé delusione, smarrimento e senso di frustrazione. E poco importa se tu sia un adolescente o un adulto: il sogno, l’illusione, sfuma come una bolla di sapone e di colpo ci si ritrova a fare i conti con la propria solitudine.
Ciò che si tende spesso a sottovalutare è che un amore ritardato reca sempre con sé delusione, smarrimento e senso di frustrazione. E poco importa se tu sia un adolescente o un adulto: il sogno, l’illusione, sfuma come una bolla di sapone e di colpo ci si ritrova a fare i conti con la propria solitudine.
“Mi sono innamorato di te, perché non potevo più
star solo...”.
Davanti ad un amore non corrisposto, ciò che molte persone propendono a non affrontare a muso duro, ma soprattutto a rifiutare, è la costante paura di restar soli.
Chiariamo il concetto: accettare di vivere accanto ad un soggetto che non vi vuole è una perversione diabolica!
Davanti ad un amore non corrisposto, ciò che molte persone propendono a non affrontare a muso duro, ma soprattutto a rifiutare, è la costante paura di restar soli.
Chiariamo il concetto: accettare di vivere accanto ad un soggetto che non vi vuole è una perversione diabolica!
La singletudine non è mica da condannare o
bandire a tutti i costi.
Fidatevi di chi la pratica da anni ed è un’esperta. L’accettazione dello status “solo” rispecchia in pieno il proverbio popolare “meglio solo che male accompagnato”.
E cosa c’è di più sbagliato e deludente di una scintilla che non scocca? O di una reazione chimica estremamente fumosa? Conoscete tutti la risposta, è inutile che lo riscriva per l’ennesima volta.
Fidatevi di chi la pratica da anni ed è un’esperta. L’accettazione dello status “solo” rispecchia in pieno il proverbio popolare “meglio solo che male accompagnato”.
E cosa c’è di più sbagliato e deludente di una scintilla che non scocca? O di una reazione chimica estremamente fumosa? Conoscete tutti la risposta, è inutile che lo riscriva per l’ennesima volta.
Gestire i
risvolti di un’inesatta tempistica amorosa è un po’ come gestire gli effetti
postumi di una separazione, ma con un aggravante in più: ossia, quello di
distaccarsi da una persona che in realtà non ha mai avvertito legami di
appartenenza. Ecco, perché diventa importante investire su sé stessi,
trasformando il dolore in un’opportunità per ripartire da zero.
Sì, lo so: viver lontano dagli altri è una forzatura, oltre che una condizione che non appartiene all'essere umano, da sempre impegnato a circondarsi di socialità. Tuttavia, posso sostenere, nel pieno delle mie facoltà mentali, che imparare a bastarsi è un’esperienza unica al mondo.
E’ un percorso di crescita interiore senza precedenti, in quanto consente di relazionarsi con i propri lati oscuri, ad affrontare gli angoli più segreti delle proprie emozioni, ma in particolare a riconoscere le proprie debolezze, le difficoltà o propri errori nell'approccio con gli altri.
Identificare le fragilità personali è l’inizio per comprendere
finalmente che si può amare se stessi pur non avendo qualcuno accanto che lo
faccia per noi.
Bastarsi....
è questo il segreto, racchiuso in otto semplici lettere.
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