6 gen 2015

#IWISHYOU

Ebbene sì, il periodo si presta. Volenti o nolenti, è arrivato l’inevitabile momento in cui si prende carta e penna e s’inizia a tracciar ipoteticamente un bilancio personale, dove lentamente s’intrecciano con naturalezza ciò che è stato, ciò che continua ad essere e ciò che vorremmo che sia.

            E’ una consuetudine che si rinnova ogni dannato anno: è inutile tentar di eluderla. Ne siamo schifosamente attratti: chi sostiene di non aver mai sofferto di questa comune schizofrenia, mente! Immagino il menzognero rintanato in un angolo, nascosto al mondo esterno, che annota in maniera spasmodica episodi, momenti, ricordi, sensazioni, aspirazioni, desideri e sogni non ancora abbandonati. Poi, alla fine di tutto, ingoia la trascrizione per eliminare ogni eventuale traccia, custodendo il proprio segreto nel profondo delle viscere .... o, meglio, fino a quando la regolare attività intestinale non faccia il suo corso.
Ed ho menzionato la carta non solo per attribuire un’allure bohémien alla cosa, ma perché mi tornava un po’ difficile fantasticare sul soggetto in questione nell’atto di trangugiare un tablet o un notebook.

Accantonando questa discutibile parentesi, vorrei tentar di distogliervi dal tradizionale rito che incombe. Mai come ora è davvero vano stilare bilanci di fine anno, sia cartacei che mentali. Ho come la strana sensazione che laddove si mettano a confronto simili resoconti, seppur provenienti da autori diversi, tendano ad evidenziare molti punti in comune, offendo un quadro scarsamente incoraggiante.
Quindi, perché rovinarsi le feste e quella parvenza di serenità con cui si accompagnano, compilando colonne di pro e contro che ineluttabilmente si modificheranno anno per anno? Finirete per essere avvolti da un alone di tristezza talmente amara da guastarvi il primo boccone di pandoro o panettone.
Pertanto, dimenticate i bilanci.
La nostra intera esistenza è fin troppo caratterizzata da un attivo e da un passivo che non sempre risultano in pareggio. Ed ogni singola voce sta lì a ricordarci ciò che abbiamo lasciato in sospeso, in previsione di tempi migliori; ciò che abbiamo chiuso non senza qualche laboriosa manovra contabile; e ciò che resterà aperto anche nel nuovo esercizio e sul quale si dovrà lavorare, affinché tutto segua un proprio ordine.

Seguite il mio esempio: fate un falò dei bilanci passati, presenti e futuri.

Godetevi quella strana euforia che si respira in questo periodo e rinunciate ad impersonare Brontolo in ogni sua sfumatura, ossia lamentandovi della confusione per le strade del centro, del luogo e delle persone con cui trascorrete la  vigilia di Natale, del capodanno in piazza, della neve che scende dal cielo e dell’opportunità di piazzare i Re Magi nel presepe prima o dopo il 6 gennaio!

Cosa vorrei per quest’anno? Imparare innanzitutto a dire grazie per quel tetto sopra la testa e per quel piatto caldo sulla tavola. Saper poi riconoscere sempre la bellezza e l’importanza dei piccoli gesti che celano grandi sentimenti; apprendere il segreto per godere dei sorrisi che illuminano il buio; lottare per sconfiggere paure ed insicurezze solo per tornare a credere che davvero tutto è possibile; ed infine imparare a vivere respirando ottimismo ed entusiasmo.
Ma soprattutto... evitare soporifere tombolate e gli sguardi compassionevoli dei parenti per la mia singletudine!

In attesa che le mie richieste vengano esaudite dall’omone barbuto vestito di rosso, mi concedo un canto stonato ed un brindisi sconclusionato prima di augurarvi, come tradizione vuole:


BUONE FESTE!!!

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