Osservate attentamente l'espressione di Sigmund.
Ecco, quello è il MIO SGUARDO quando le persone decidono unilateralmente di abusare della mia buona educazione e conseguenziale pazienza, trasformandomi nel loro "sfogatoio" personale.
Ullalà!!! Bada, eh, vi vedo. Oh sì, avete quell'espressione a metà tra lo sdegno e la delusione. Non oso infatti immaginare la moltitudine di amici e conoscenti che ora storceranno il naso, risentiti per ciò che ho appena scritto!
Purtroppo per voi, sono pienamente cosciente di urtare la sensibilità di tanti, ma...per una volta (almeno☝) vorrei che foste VOI il mio "confessionale", giusto per donare un tocco di equilibrio al caos perenne che vivo dentro di me. In altre parole, patti chiari, amicizia lunga.
Vi sorprenderà (e non poco) apprendere che una delle domande più ricorrenti che mi viene posta è "come mai hai deciso di aprire un blog?", oltre agli evergreen, quali: "ah ma Schittzer non è un nickname?" o "com'è possibile che una come te sia single?".😤
Vi sorprenderà (e non poco) apprendere che una delle domande più ricorrenti che mi viene posta è "come mai hai deciso di aprire un blog?", oltre agli evergreen, quali: "ah ma Schittzer non è un nickname?" o "com'è possibile che una come te sia single?".😤
Ammettiamolo, pure. L'originalità delle ultime due domande è disarmante.
Comunque, riprendendo il primo interrogativo, mi tocca rispolverare le motivazioni di partenza, specie per i più distratti.
Comunque, riprendendo il primo interrogativo, mi tocca rispolverare le motivazioni di partenza, specie per i più distratti.
Il blog esiste perché lo psicanalista costa troppo e, date le mie turbe evidenti e le conclamate difficoltà riscontrate nel cercar spesso un compromesso o un dialogo con le altre me stessa, immagino che persino l'esimio dottor Freud avrebbe avuto seri problemi nel diagnosticare il mio disturbo psichico. Senza ombra di dubbio, avrebbe destinato il suo acume scientifico a qualcosa di meno contorto ed altrettanto costruttivo, come ad esempio, cuocere un uovo in camicia senza sfraccellarlo nell'acqua ed evitare quella vergognosa zuppetta, segno inequivocabile del proprio fallimento culinario.
Confusi, eh? Beh, allora vi sarà più chiaro il disorientamento dell'illustre psicanalista se solo avesse avuto la sfortuna di imbattersi nei tortuosi meandri della mia psiche.
Povero Sigmund... 😩anni di studio e ricerche riversati sull'uovo in camicia!
Confusi, eh? Beh, allora vi sarà più chiaro il disorientamento dell'illustre psicanalista se solo avesse avuto la sfortuna di imbattersi nei tortuosi meandri della mia psiche.
Povero Sigmund... 😩anni di studio e ricerche riversati sull'uovo in camicia!
Ma torniamo a bomba.
La mia "protesta" non è a titolo personale, ma si tratta di una vera e quanto mai necessaria campagna di sensibilizzazione verso chi (come la sottoscritta) è dotata di una capacità di ascolto sopraffina.
E ciò, nella maggior parte dei casi (umani), si tramuta in una maledizione, altro che virtù!
Capisci di essere spacciata, quando non ti fermi solo all'ascolto, ma ti fai carico irrimediabilmente delle preoccupazioni che attanagliano l'altro, dispensando successivamente consigli, benedizioni, opinioni e soluzioni, frutto di un accurato processo empatico.
La mia "protesta" non è a titolo personale, ma si tratta di una vera e quanto mai necessaria campagna di sensibilizzazione verso chi (come la sottoscritta) è dotata di una capacità di ascolto sopraffina.
E ciò, nella maggior parte dei casi (umani), si tramuta in una maledizione, altro che virtù!
Capisci di essere spacciata, quando non ti fermi solo all'ascolto, ma ti fai carico irrimediabilmente delle preoccupazioni che attanagliano l'altro, dispensando successivamente consigli, benedizioni, opinioni e soluzioni, frutto di un accurato processo empatico.
Lo psicanalista costa troppo... mi alleno nel ripeterlo a voce alta più volte al giorno, qualora quelli di Studio Aperto vogliano intervistarmi, tra un servizio sulle chiappe di Belen ed i segreti per fermare l'invasione del caldo africano. In fondo, è quanto mai giusto dare priorità prima a quello italiano.
Da quando ho iniziato a scrivere, più per il bisogno di esternare pubblicamente alcune riflessioni su episodi di vita quotidiana, e meno per velleità artistiche, mi son ritrovata mio malgrado a dover rispondere alle variegate richieste di "aiuto" o supporto psicologico, a mo' di "posta del cuore", da parte di lettori, equamente suddivisi tra amici di vecchia data e perfetti sconosciuti.
Circostanza che mi ha alquanto sorpresa tanto da instillarmi il dubbio: non era meglio forse continuare a dialogare con il muro della mia stanza? Ah, caro vecchio amico...silenzioso e pacifico...
In verità, una sorta di scoglionamento subentra e si verifica quasi sempre quando sono io ad aver bisogno di vomitare un po' di pippe, frustrazioni, lamenti vari ed eventuali.
E all'improvviso...mi ritrovo sola, abbandonata ad un lento e desolante processo di desertificazione emotiva.
Allo scoglionamento si sostituisce lo sconforto, divenendo cemento a presa rapida quando manca la giusta considerazione.
Okay, d'accordo, non sono sicuramente un soggetto facile nel rilasciare confidenze personali, specie se si tratta di denudare la mia anima. Le volte che è successo si possono contare sulle dita di una SOLA mano.
Lo so. Starmi accanto è problematico, faticoso. Sono permalosa, irritabile, instabile. Ci sono giorni che la mia socialità è pari a quella dei tori di Pamplona.
E non facciamo battutine, riferendoci a "quei" giorni.
Non ho mai smesso di lavorare su me stessa: continuo giorno dopo giorno a rendere gli spigoli caratteriali un po' più malleabili. Lentamente ho imparato a rispettare ed accettare i miei limiti, le mie imperfezioni, le mie contraddizioni, infischiandomene del giudizio altrui.
Certo, esistono ancora piccole anomalie da correggere. Non posso ancora dire di aver conquistato il mio Nirvana.
Mi manca, ad esempio, un lavoro. Uno di quelli seri. Uno per cui possa tornare a lamentarmi del lunedì in arrivo.
Capita di esser stanchi di ascoltare. Si vorrebbe più esser ascoltati. Per davvero, e non solo per mera educazione o per un inopportuno senso del dovere.
Fingere che ogni cosa sia al posto giusto è un po' come avere una guerra in testa, di cui solo tu puoi vederne le devastazioni.
I rapporti ad intermittenza svuotano l'anima, così come i 💗 su whatsapp, specie se si ha solo voglia di un abbraccio silenzioso ma VERO.
Fingere è doloroso. Uno di quei dolori che stavolta non riserva nessuna lezione per il futuro.
Nascondere emozioni negative, quali rabbia o tristezza, dietro un sorriso o una parvenza di normalità, crea un labirinto dentro se stessi da cui è impossibile uscirne.
Ugualmente, trasformarsi in un serial killer, sotterrando il cadavere di chi ha provocato quella stessa rabbia e tristezza, non credo che sia un'ipotesi da prendere in considerazione.
Nel dubbio, un abbonamento in palestra può salvare, perché, oltre a ridurre l'adiposi sul culo, riduce notevolmente l'istinto omicida latente.😉
A quanti sorrisi non badiamo attenzione e lasciamo che si spengano lentamente?
Me lo sono chiesta una notte d'estate, alzando gli occhi al cielo, letteralmente rapita dall'ipnotico suono che le onde del mare rimandavano, infrangendosi sulla battigia. A quanti ho permesso di spegnere il mio sorriso?
Troppi. Troppe volte.
Scelte sbagliate che si comprendono col tempo.
Ecco, ora che mi son "sfogata" per bene, ci tengo a rassicurarvi su un punto.
Non mettetevi in coda per chiedermi ogni giorno come sto o se ho voglia di parlare e tutte le altre menate in stile Beautiful.
Perché tanto vi sgamo. 😏
Siate voi stessi ma con un pizzico di sensibilità in più verso chi da un bel po' tende a "subire" o anche solo a respirare il vostro "essere infelice" o scazzo momentaneo.
Sigmund sarebbe fiero di voi!😉
Circostanza che mi ha alquanto sorpresa tanto da instillarmi il dubbio: non era meglio forse continuare a dialogare con il muro della mia stanza? Ah, caro vecchio amico...silenzioso e pacifico...
In verità, una sorta di scoglionamento subentra e si verifica quasi sempre quando sono io ad aver bisogno di vomitare un po' di pippe, frustrazioni, lamenti vari ed eventuali.
E all'improvviso...mi ritrovo sola, abbandonata ad un lento e desolante processo di desertificazione emotiva.
Allo scoglionamento si sostituisce lo sconforto, divenendo cemento a presa rapida quando manca la giusta considerazione.
Okay, d'accordo, non sono sicuramente un soggetto facile nel rilasciare confidenze personali, specie se si tratta di denudare la mia anima. Le volte che è successo si possono contare sulle dita di una SOLA mano.
Lo so. Starmi accanto è problematico, faticoso. Sono permalosa, irritabile, instabile. Ci sono giorni che la mia socialità è pari a quella dei tori di Pamplona.
E non facciamo battutine, riferendoci a "quei" giorni.
Non ho mai smesso di lavorare su me stessa: continuo giorno dopo giorno a rendere gli spigoli caratteriali un po' più malleabili. Lentamente ho imparato a rispettare ed accettare i miei limiti, le mie imperfezioni, le mie contraddizioni, infischiandomene del giudizio altrui.
Certo, esistono ancora piccole anomalie da correggere. Non posso ancora dire di aver conquistato il mio Nirvana.
Mi manca, ad esempio, un lavoro. Uno di quelli seri. Uno per cui possa tornare a lamentarmi del lunedì in arrivo.
Capita di esser stanchi di ascoltare. Si vorrebbe più esser ascoltati. Per davvero, e non solo per mera educazione o per un inopportuno senso del dovere.
Fingere che ogni cosa sia al posto giusto è un po' come avere una guerra in testa, di cui solo tu puoi vederne le devastazioni.
I rapporti ad intermittenza svuotano l'anima, così come i 💗 su whatsapp, specie se si ha solo voglia di un abbraccio silenzioso ma VERO.
Fingere è doloroso. Uno di quei dolori che stavolta non riserva nessuna lezione per il futuro.
Nascondere emozioni negative, quali rabbia o tristezza, dietro un sorriso o una parvenza di normalità, crea un labirinto dentro se stessi da cui è impossibile uscirne.
Ugualmente, trasformarsi in un serial killer, sotterrando il cadavere di chi ha provocato quella stessa rabbia e tristezza, non credo che sia un'ipotesi da prendere in considerazione.
Nel dubbio, un abbonamento in palestra può salvare, perché, oltre a ridurre l'adiposi sul culo, riduce notevolmente l'istinto omicida latente.😉
"Tieniti stretto chi ti chiede <<Stai bene?>> quando i tuoi sorrisi non sorridono".
A quanti sorrisi non badiamo attenzione e lasciamo che si spengano lentamente?
Me lo sono chiesta una notte d'estate, alzando gli occhi al cielo, letteralmente rapita dall'ipnotico suono che le onde del mare rimandavano, infrangendosi sulla battigia. A quanti ho permesso di spegnere il mio sorriso?
Troppi. Troppe volte.
Scelte sbagliate che si comprendono col tempo.
Ecco, ora che mi son "sfogata" per bene, ci tengo a rassicurarvi su un punto.
Non mettetevi in coda per chiedermi ogni giorno come sto o se ho voglia di parlare e tutte le altre menate in stile Beautiful.
Perché tanto vi sgamo. 😏
Siate voi stessi ma con un pizzico di sensibilità in più verso chi da un bel po' tende a "subire" o anche solo a respirare il vostro "essere infelice" o scazzo momentaneo.
Sigmund sarebbe fiero di voi!😉
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